Patto per la salute: più ticket per tutti

“La manovra dello scorso agosto, con un taglio di 8 miliardi di euro per il 2013-2014, è insostenibile per raggiungere gli obiettivi del nuovo Patto della salute”. Ė scettico Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, riunitasi a Roma lo scorso 26 gennaio in seduta straordinaria per discutere la bozza del Patto 2013-2015, documento tecnico per la programmazione dei livelli di assistenza e la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, presentato lo scorso dicembre agli assessori alla Sanità regionali dal ministro Renato Balduzzi. Obiettivo principale dell’esecutivo tecnico di Mario Monti è la rimodulazione del ticket, annunciata da Balduzzi al suo esordio da ministro. Si tratta, in sintesi, di innalzare la percentuale delle prestazioni soggette a compartecipazione rispetto al 30 per cento attuale, ovvero più spesa per tutti, temperata da criteri di maggiore equità con la differenziazione dei livelli di contribuzione, che saranno stabiliti dalle singole realtà regionali. Si dovrebbe istituire un tetto massimo per ricetta e differenziare il balzello su medicinali e prestazioni in base alla situazione economica del nucleo familiare. Si ritiene inoltre di dover limitare le esenzioni per patologia, invalidità e altre motivazioni diverse dal reddito, a condizioni di reale complessità: insomma malati con patologie serie e invalidanti rischiano grosso, insieme ai 65enni con reddito basso, che potrebbero vedere aumentato il limite di età ai 70 anni per poter fruire della esenzione su visite e prestazioni, così come potrebbe diminuire il massimale dei 36 mila euro attuali di reddito familiare per passare indenni alle casse dei cup. Sono alcune delle proposte messe in campo in una bozza di documento dalle commissioni Sanità e Bilancio della Conferenza, da oggi all’attenzione dei presidenti delle Regioni. Il confronto tra i governatori non si presenta semplice: sarà difficile far digerire ai cittadini ulteriori sacrifici. “Cominciamo oggi la discussione – spiega Errani – affrontando questioni che riguardano la garanzia della qualità dei servizi e la loro appropriatezza, la riorganizzazione e la riqualificazione del Servizio sanitario. Ma siamo anche convinti che le previsioni della manovra dello scorso agosto siano insostenibili per raggiungere questi obiettivi”, ribadisce il governatore dell’Emilia Romagna per il quale “comincia oggi un lavorio serio per raggiungere un’intesa con il governo, consapevoli dei problemi, ma determinati a fare un passo in avanti e a stare nei tempi per il rinnovo del Patto della salute”.

“Più privato ma controllato”. La ricetta dell’Aiop

Rendere trasparenti i bilanci degli ospedali pubblici per valutarne l’efficienza e gli sprechi e adottare eventuali misure correttive; differenziare programmazione, finanziamento, erogazione di fondi e controllo dei servizi, compiti attualmente svolti da un unico soggetto: le ASL; introdurre per il pubblico il sistema di pagamento a prestazione sulla base dei reali servizi che eroga (esistente in realtà con i Drg ospedalieri, ndr) come accade per le strutture private accreditate. Partono all’attacco i rappresentanti dell’Aiop – Associazione Italiana Ospedalità Privata – leader nell’offerta di salute con circa 52.000 posti letto in tutta Italia.

Nell’incontro con il sottosegretario del dicastero di lungotevere Ripa, Adolfo Elio Cardinale, in merito alla discussione sul “Patto per la Salute 2013-2015”, il presidente Enzo Paolini ha illustrato “un contributo affinché si sviluppi un sistema sanitario più liberale, che possa giovare al Paese, attraverso un maggiore coinvolgimento del privato, opportunamente governato e controllato dallo Stato”.

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