Conferenza Onu sul clima, la cosiddetta Cop28 si è aperta il 30 novembre e gli occhi di tutto il mondo sono puntati su Dubai. Non tanto per i prevedibili, fiacchi risultati che produrrà il rituale consesso, quanto per l’impatto mediatico che tali riunioni hanno il potere di provocare, ogni volta che radunano i principali leader mondiali. Illustri defezioni a parte, balza agli occhi il paradosso per cui si va a parlare di cambiamenti climatici negli Emirati Arabi Uniti, settimo produttore di petrolio al mondo e principale esportatore. Ma si sa, ormai gli sceicchi riescono a indirizzare ogni evento mondiale in proprio favore: da competizioni sportive a esposizioni universali, passando per kermesse di alto valore politico. E hanno scoperto da poco un nuovo filone: l’investimento in sanità, di cui in Italia registriamo vistose tracce. Inizia tutto nel 2014, grazie a un accordo siglato il 21 maggio a Palazzo Chigi tra l’allora premier Matteo Renzi, il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e il project manager della Qatar Foundation Endowment (QF) Lucio Rispo. Si tratta dell’acquisto e la trasformazione in Irccs – Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico – del Bambino Gesù di Olbia, elevato a struttura di eccellenza, con un finanziamento decennale pari a 1,2 miliardi. Un secondo accordo il 14 luglio dello stesso anno, tra la stessa Fondazione votata al Rinascimento arabo e la omologa Fondazione del Policlinico Agostino Gemelli – sempre di area vaticana – è sottoscritto per la gestione dell’Ospedale Mater Olbia, altra importante struttura destinata a diventare punto di riferimento della sanità isolana.  Illuminanti, a tal proposito, gli interventi dei consiglieri regionali nella commissione Sanità del 10 maggio 2018. “Abbiamo rinunciato a tanta sanità pubblica pur di avere il Mater Olbia”, dichiara nel corso della seduta il rappresentante del Partito sardo d’azione Giovanni Satta, riferendosi forse alle  quote della Fondazione Gemelli pari al 35% e quelle del Qatar al 60%, per la gestione del Mater Olbia. Un rapporto, quello tra i fautori del Rinascimento arabo ed esponenti della sanità religiosa, che è andato consolidandosi nel tempo. A testimonianza di tale collaborazione è presente a Cop28, una delegazione di medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, arrivati con l’aereo di Stato della presidenza del Consiglio. Insieme ai colleghi del Gaslini di Genova, aiuteranno i medici emiratini nelle cure dei numerosi pazienti minori palestinesi, feriti nel conflitto in corso e trasferiti negli Emirati in questi ultimi giorni. Un intervento sostenuto da Giorgia Meloni, che per le cure pediatriche ha dimostrato una particolare sensibilità. Ai collaboratori della presidente del Consiglio, è stata infatti affidata la riservatissima trattativa per trasferire l’ospedale del Gianicolo nella struttura dismessa del Forlanini, già sanatorio e poi ospedale generale, chiuso dalla Regione Lazio nel 2015. Una operazione complessa, che richiederebbe dai 300 ai 500 milioni – tra elaborate ristrutturazioni e spese per l’indotto – sicuramente non vantaggiosa per la Santa Sede. A meno di una miracolosa “joint venture”, come quella che ha consentito alle strutture sanitarie sarde di riprendere il volo, grazie all’intraprendenza degli emiri.

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