Pensioni, anche l’Enpam scende in campo

Aumento dell’età di pensionamento per vecchiaia a partire dal 2013 fino a raggiungere i 68 anni, contributi più elevati, dal 2015 in poi, e coefficienti di rendimento ridotti. Questi gli orientamenti dell’Enpam, ente previdenziale dei medici, per la riforma del sistema pensionistico dei camici bianchi che porterà alla sostenibilità economica a 30 anni e una copertura patrimoniale a 50 anni. Il progetto, presentato ai medici di medicina generale – circa 69mila professionisti che rappresentano oltre la metà delle entrate contributive dell’Enpam – al congresso della Fimmg, sarà illustrato in un incontro tecnico all ministero del Lavoro la prossima settimana. Spiega il vicepresidente vicario dell’ente, Alberto Oliveti, ”il l progetto, dopo un passaggio di condivisione e concertazione con tutte le categorie interessate potrebbe vedere la luce entro la fine dell’anno”. Se ne discuterà con gli ambulatoriali al congresso Sumai, dall prossimo 18 ottobre e all’inizio di novembre agli ”stati generali” dell’Enpam. La riforma, chiarisce Oliveti i ”va incontro a sollecitazionipervenute dai nostri enti vigilanti, Corte dei Conti, commissione Bicamerale di controllo sugli enti previdenziali e ministero del Lavoro”. Il progetto prevede l’innalzamento graduale dell’età della pensione di vecchiaia di sei mesi in sei mesi, per arrivare a 68 anni dal 2018 in poi, ferma restando la possibilità di andare in pensione prima (a partire dai 58 anni con 35 anni di contributi), con premi per chi resta del 20% in più mentre chi andrà con l’anzianità vedrà ridotta la pensione ordinaria.. Altra novità il ritocco dei coefficienti di rendimento, che passeranno dall’attuale 1,5% all’1,4%. Infine dal 2015 un graduale aumento dell’aliquota contributiva: nel primo anno dal 16,5% al 17% e di un punto l’anno fino ad arrivare al ”25-26 per cento”.

(Sanitànews 13.10.2011)                  

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