Pertini: chiuso il reparto detenuti
Si parla di fermo temporaneo della medicina protetta, padiglione inaugurato il primo giugno 2004
Una struttura nata come reparto modello e ora chiusa per inagibilità e verifiche strutturali. Il reparto di medicina protetta dell’ospedale Sandro Pertini, dedicato ai ricoveri dei pazienti detenuti presso la vicina Rebibbia, dall’inizio di novembre è inattivo, con grande preoccupazione di operatori, sindacati e dell’amministrazione penitenziaria che ogni anno, grazie a questo centro dedicato, risparmia più di 30mila unità di personale, impiegato in precedenza nei piantonamenti in ospedale. Costato 7 miliardi della vecchia valuta (il progetto risale al 1998), il reparto si estende per 3300 metri quadrati su tre livelli, è dotato di 30 posti letto – 22 per degenza ordinaria e 8 di day hospital – con locali per le guardie carcerarie, stanze visita, sale attesa, due medicherie. “Mi preoccupa questa decisione”, ha dichiarato Paolo Ciani, consigliere regionale del Lazio vice presidente della Commissione Sanità, “cercherò di approfondirne i motivi, consapevole della complessità che comporta l’erogazione dei servizi sanitari ai detenuti”. Fanno eco all’esponente di Demos, le parole della Cgil funzione pubblica di Roma e Lazio: “La nostra apprensione – sostengono i sindacalisti – riguarda la continuità delle cure ai pazienti ricoverati, da garantire in condizioni di sicurezza, oltre che la destinazione del personale, sia sanitario che di polizia penitenziaria”. Sono 29 gli agenti assegnati al reparto, incluse 3 agenti della sezione femminile di Rebibbia e 10 infermieri. Il timore è costituito dall’aggravio per l’amministrazione penitenziaria, considerate le carenze di organico del settore.