Ospedali di comunità, non solo una valvola di sfogo per alleggerire il peso dei ricoveri in nosocomi per acuti. Questi presidi, nati nel segno del Piano di ripresa e resilienza, hanno notevoli potenzialità legate alla innovazione tecnologica. Se in Veneto, l’ultimo ospedale di comunità nato a Castelfranco può avvalersi della rivoluzionaria tecnica del controllo del paziente da remoto – che capovolge totalmente i canoni dell’assistenza – l’analoga struttura che ha aperto i battenti a Roma, il 3 giugno scorso nei locali dell’ospedale intitolato a Sandro Pertini, è portatrice di tecnologie all’avanguardia riferite alla cartella clinica elettronica, uno dei principali strumenti digitali su cui riversare gli investimenti del Pnrr. Anche in questo caso, si tratta di un elemento che consente una totale riorganizzazione dell’assistenza. A differenza del Fascicolo sanitario elettronico (Fse), che abbraccia l’intera vita sanitaria del paziente, la cartella possiede l’intera storia clinica in fase di degenza, gli esami e i referti e in generale i documenti e le annotazioni mediche, come tutte le indicazioni relative a potenziali rischi correlati a eventuali allergie o condizioni di salute ereditate dal passato. Il tutto, per facilitare informazioni in tempo reale tra i sanitari, dai medici di famiglia a quelli ospedalieri, consentendo una diagnosi appropriata in tempi accettabili. La novità di tale strumento di lavoro consiste nel fatto che sulla cartella sono riportati esclusivamente i dati riferiti alla struttura sanitaria presso cui il paziente si trova in cura. Al momento però, la cartella ha difficoltà ad affermarsi nei luoghi di ricovero. Secondo una  ricerca dell’Osservatorio sanità digitale oggi solo nel 42% dei casi si tratta di una soluzione presente in tutti i reparti delle strutture sanitarie italiane mentre nel 23% dei presidi è attiva solo parzialmente. Una volta a regime la cartella diventerà uno dei principali mezzi per il rafforzamento della infrastruttura tecnologica, assicurando la corretta e puntuale archiviazione e gestione dei dati clinici del paziente. Sicuramente la novità legata alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale, con case e ospedali di comunità, è una forte spinta affinché strumenti di lavoro all’avanguardia si impongano per facilitare le condizioni dell’assistenza.

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