Peste suina: fine dell’emergenza a Roma
Fondamentale il ruolo della Regione Lazio, con l’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana
Peste suina africana: finalmente Roma ne è fuori. Con un comunicato congiunto del 22 gennaio, il ministero della Salute e dell’Agricoltura hanno annunciato lo stop della epidemia che nel 2022 aveva messo in ginocchio 200 aziende dell’area romana, considerate a rischio. Una decisione che si fonda sul voto, in pari data, della sessione Salute e benessere animale del Comitato permanente di Bruxelles, che ha disposto la revoca delle zone soggette a restrizione istituite a maggio 2022 in provincia di Roma. Un ciclone per le aziende del territorio: animali in confinamento, perdite stimate intorno ai 10 milioni di euro, che non sono state certo colmate dagli stanziamenti statali. Nonostante i 50 milioni stanziati dal governo nel decreto “Sostegni ter”, approvato a gennaio 2022 per interventi di “biosicurezza e ausili alla filiera produttiva suinicola” la rabbia di molti agricoltori si è manifestata in più occasioni. Oggi tutto questo è finito, con grande soddisfazione della comunità scientifica, delle istituzioni e dei produttori e anche dei responsabili delle Politiche sociali di Roma Capitale che all’epoca, evidenziarono più volte pericoli per “contiguità tra animali infetti e persone”, riferiti in particolare ai senza fissa dimora che sono soliti allestire alloggi di fortuna nelle aree verdi frequentate dai cinghiali. Rimane costante la vigilanza del ministero della Salute “per prevenire ogni possibile reintroduzione del virus – si legge nel comunicato – nonché a coordinare gli sforzi necessari per garantire il controllo della malattia e mitigare il rischio di diffusione in territori indenni”. Soddisfazione è stata espressa dai ministri della Salute Orazio Schillaci e dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Il titolare del dicastero di lungotevere Ripa ha evidenziato “l’azione coordinata delle istituzioni, la collaborazione del mondo venatorio, l’impegno delle aree protette e di molti altri attori coinvolti – tra cui la Regione Lazio che ha svolto un ruolo importante in questa battaglia, garantendo, con il supporto degli esperti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana e del Centro di referenza nazionale per le pesti suine, il monitoraggio continuo della malattia e l’attuazione delle disposizioni sanitarie”.