Peste suina: maiali e cinghiali in lockdown
Peste suina: vanno avanti le misure di contenimento, grazie all’ultima ordinanza della Regione Lazio che istituisce la zona rossa e, mentre il contagio sembra essere contenuto, aumentano le difficoltà degli agricoltori. Sono 200 le aziende bloccate nell’area romana considerata a rischio, in cui fu rilevato il primo caso, estesa per 125 chilometri. Qui la produzione è bloccata con perdite stimate intorno ai 10 milioni di euro. E se Roma piange, anche gli altri centri del Lazio non ridono. Nonostante i 50 milioni stanziati dal governo nel decreto “Sostegni ter”, approvato a gennaio, per interventi di biosicurezza e ausili alla filiera produttiva suinicola, la rabbia di molti agricoltori sta montando. In particolare a Cassino, dove secondo Confagricoltura sono partite soltanto adesso le liquidazioni per i danni causati dai cinghiali nel 2019 ma lo stanziamento coprirebbe solamente il 33 % dei disagi accertati. Lo scetticismo per i rimborsi causati dagli abbattimenti dovuti alla peste suina quindi è palese e, secondo quanto comunica il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli “molti degli agricoltori sono ormai rassegnati: alla paura dei danni causati dagli ungulati si aggiunge la disperazione per la possibilità di abbattimenti provocati dalla epidemia di peste. Per quest’anno hanno rinunciato a piantare grano e mais – informa il consigliere leghista in una nota – ma tutto ciò non è tollerabile. Dall’agricoltura dipendono molte risorse e posti di lavoro. La Regione Lazio in questi anni ha usato solo dei palliativi per arginare l’invasione degli animali e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non può ridursi a usare il pugno duro a distanza di un anno dalle elezioni regionali e con una insidiosa epidemia in corso. Troppo tardi”, chiosa Ciacciarelli. Intanto anche gli animali vanno in lockdown, isolati in recinti e aree di contenimento mentre il ripopolamento delle porcilaie potrà avvenire solo tra sei mesi, con ingenti danni per la produzione. A sollevare preoccupazioni è l’assessore alle Politiche ambientali del I municipio di Roma centro Stefano Marin, che in una lettera al sindaco Roberto Gualtieri, segnala “la contiguità fra animali infetti e persone”, riferendosi in particolare ai senza fissa dimora che allestiscono alloggi di fortuna proprio nelle aree verdi frequentate dai cinghiali.