Piano sociale, la storia infinita

Iniziate le audizioni in Consiglio regionale per la ripartizione delle risorse ai soggetti fragili

Manca dal lontano 1999, è il documento fondamentale su cui basare l’assistenza alle fasce più fragili della popolazione ma ancora non vede la luce. Si tratta del Piano sociale regionale, a cui da tempo il Consiglio di via della Pisana sta lavorando. Un atto complesso, passato per commissioni, convocazioni di soggetti interessati e votazioni, volto a realizzare quelle politiche di welfare indispensabili a risollevare una consistente parte di popolazione e a snellire la sanità gravata da richieste a cui non sempre corrispondono risposte. Approvata nel 2016, la legge di recepimento delle norme nazionali del 2000 (legge 328), il 5 settembre scorso è partito l’iter per la ripartizione dei fondi, non senza polemiche. Si tratta di 50 milioni da distribuire in base a una suddivisione nelle cosiddette “macro aree”, ovvero l’appartenenza dei cittadini a una particolare fascia di fragilità. Per questo è partita l’analisi approfondita dei correttivi da apportare al provvedimento iniziale, con numerose audizioni e osservazioni. Si inizierà con i garanti dei detenuti e dell’infanzia, poi la consulta per la salute mentale, quella per la disabilità e l’handicap e l’associazione dei sindaci Anci.

 

Per info:

http://atticrl.regione.lazio.it/schemiDeliberaGiuntaRegionale_dettaglio.aspx?id=21

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