Picco di influenza nel Lazio: i numeri e un confronto con il Coronavirus. Psicosi e guerra delle notizie

Nella guerra e tra l’incertezza di notizie diffuse in Italia, Cina e nell’intero mondo, ci si chiede quali fossero le condizioni delle vittime del misterioso Coronavirus perché, come è noto anche nella più banale influenza, sono le situazioni di fragilità a determinare l’esito infausto di tali patologie. A supporto del bombardamento mediatico, forniamo alcuni dati diffusi dall’assessorato alla Sanità della Regione Lazio sui casi d’influenza stagionale – che presenta gli stessi sintomi del Corona ma fortunatamente con ben altri risvolti – relativi alla nostra regione. Sono i medici di famiglia a evidenziare quante siano le vittime di questi virus più noti e meno terrificanti. In questi casi nessun allarme, al contrario di quello scatenato dalla sindrome asiatica, sebbene tali affezioni provochino migliaia di decessi ogni anno. “Nell’ultima settimana – comunicano dalla Regione Lazio – abbiamo registrato complessivamente circa 85 mila nuovi casi di influenza, raggiungendo il numero di 14,59 casi per 1.000 assistiti che è il quinto valore di picco più alto registrato in 21 stagioni di sorveglianza. L’incidenza per la fascia di età 5-14 anni ha raggiunto i 34,2 casi per 1.000 assistiti che è il secondo valore più alto negli ultimi 16 anni. I costi sociali dell’influenza sono notevolissimi, solo nella nostra regione finora ha colpito circa 400 mila cittadini. Sono elevate inoltre le complicanze soprattutto per i pazienti più fragili”. Segnaliamo, per un raffronto, l’incidenza del Coronavirus fino a questo momento nel nostro Paese, che registra 2 casi di turisti cinesi ricoverati in isolamento allo Spallanzani. In tutto il mondo sono 98 i pazienti colpiti mentre in Cina, dove si registra il picco, i casi sarebbero – il condizionale è d’obbligo vista l’oscillazione delle informazioni – 9.692 casi confermati con un bilancio di 213 morti, 42 nella sola giornata di ieri, secondo le fonti ufficiali di Pechino. 

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