Pillola gratis: favorevoli e contrari
Pillola gratis e farmaci per prevenzione anti Aids gratuiti in tutta Italia, dietro prescrizione medica
Approvato il 21 aprile, dal comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia italiana del farmaco, il provvedimento che rende gratuita la contraccezione per tutte le donne in Italia. Insieme alla pillola, Aifa ha reso gratuite le specialità per la profilassi della infezione da virus dell’Hiv, responsabile dell’Aids (Prep). Un annuncio, quello della contraccezione gratuita, arrivato alla vigilia della giornata nazionale per la salute della donna, che avrà un costo totale per le casse dello Stato stimato in circa 140 milioni di euro l’anno. Per la Prep il costo sarà nettamente inferiore, in quanto la somministrazione avverrà in ospedale, per i soggetti a rischio, dietro somministrazione dell’infettivologo. Anche per la pillola resta l’obbligo di prescrizione medica, lo ha dichiarato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri Filippo Anelli, che reputa la decisione dell’Aifa “Un provvedimento condivisibile, che riduce le ineguaglianze e rende le donne uguali davanti alla salute”. In realtà, l’accesso alla pillola gratis è già in vigore in alcune regioni: Puglia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, provincia autonoma di Trento e ora tutta Italia viene equiparata, raccogliendo il plauso di alcune esponenti politiche e di associazioni di tutela della Salute delle donne. Per prima, Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria Pd: “Un passo avanti importante a cui, però, deve seguire per la piena attuazione la convalida da parte del Consiglio di amministrazione dell’Aifa, cosa che spero possa accadere il più presto possibile”. E anche per la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella è “una decisione attesa e giusta che rafforza l’autodeterminazione delle donne”. Parla di “ritorno al futuro” il presidente dell’Aied, Mario Puiatti. “Fino al 1993, ovvero fino a trent’anni fa – ricorda – la contraccezione era già gratuita, e questo ha contribuito anche alla sua conoscenza e diffusione tra le donne italiane”. E chiede di potenziare i consultori perché “devono essere pronti ad assistere soprattutto le adolescenti che vogliono usare la contraccezione orale”. Non la pensano così numerosi esponenti di comitati e associazioni che difendono il diritto alla vita, al ritorno alle nascite, in un momento drammatico di calo demografico nel nostro Paese, alla difesa della famiglia tradizionale. “Una scelta in controtendenza – sostengono i militanti – rispetto alle intenzioni del governo che sin dal suo insediamento ha sottolineato che i pochi fondi a disposizione dovranno essere prioritariamente impiegati per dare impulso alla natalità, visto che il 2022 ha segnato l’ennesimo record negativo dall’Unità d’Italia con 393mila nascite. Pro Vita & Famiglia bolla come “grave e pericolosa” la decisione dell’Aifa di rendere la pillola anticoncezionale gratuita. Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo dell’associazione, si è chiesta come sia possibile “conciliare la pillola contraccettiva libera e gratuita come panacea di tutti i mali, senza sottolineare i gravi effetti collaterali fisici e psicologici” che potrebbe provocare in alcuni soggetti e “invitare le ragazzine a bombardarsi di ormoni”. Si dice sconcertato Massimo Gandolfini, leader del Family Day, perché è una scelta che “va nella direzione opposta rispetto al problema della denatalità” con importanti risorse che “potrebbero essere allocate invece per alleviare le gravi condizioni di famiglie con figli disabili che hanno necessità di farmaci costosissimi non forniti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale”. Una critica condivisa anche dal Moige – Movimento Italiano Genitori che arriva a dire che l’Aifa “discrimina chi fa i figli”. Una scelta che aiuta, secondo il direttore Antonio Affinita, “chi non vuole avere figli ma si dimentica delle famiglie”. “Noi vogliamo – sostiene – eguale gratuità per le spese diagnostiche e terapeutiche per i figli visto che la natalità è la vera emergenza nazionale”. A chiedere all’Aifa di “fare un passo indietro” è la senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni perché “ben altre sono le priorità sociosanitarie, come appunto la natalità e il sostegno alla famiglia”. È la stessa esponente di FdI a ricordare che ad assumere la decisione sono stati “i vertici in scadenza dell’Aifa” che hanno agito, per loro espressa dichiarazione, portando a compimento due provvedimenti su temi che “sono da tempo all’attenzione dell’agenzia prima della scadenza del mandato e dell’arrivo della riforma dell’Agenzia, attesa per l’estate”.