Pisana, si alla proroga per medici pensionandi

Medici di famiglia: è una vera emergenza sociale quella che sta per abbattersi su diversi comuni del Lazio, che potrebbero restare con gli ambulatori abbandonati, causa pensionamento dei titolari e difficoltà di rimpiazzarli entro breve termine. Nella provincia di Viterbo, ad esempio, sono 20 i sanitari che per raggiunti limiti di età – ovvero i 70 anni – hanno dovuto mollare a fine 2021 e nel corso del 2022 la stessa sorte toccherà ad altri 24 colleghi, mentre nel 2023 identico destino per ulteriori 28. Significa che da qui a poco più di due anni 72 medici su 233, quasi un terzo, lasceranno vuoto il proprio ambulatorio. Per le sostituzioni si parla di non più di 20 o 25 medici, con due terzi dei posti lasciati vacanti, nonostante gli allarmi lanciati dai sindacati di categoria e dall’Ordine provinciale dei camici bianchi. Non se la passano meglio i medici negli ospedali, dipendenti dal Servizio sanitario regionale e i due anni spesi a contrastare la pandemia da Covid lo hanno dimostrato. Per questo, fino al 31 marzo prossimo, il decreto Milleproroghe ha consentito ai sanitari già collocati a riposo di tornare in servizio. Per fornire una base più solida a tale provvedimento, è stata presentata e votata all’unanimità dal Consiglio regionale del Lazio una mozione in cui si chiede, una tantum, la proroga di due anni per il pensionamento. Ovvero i medici 70enni, se l’atto a firma dei consiglieri Pasquale Ciacciarelli e Giuseppe Cangemi superasse le forche caudine della burocrazia, se prorogati fino al compimento dei 72 anni, potrebbero sopperire ai tempi lunghi per le nuove assunzioni senza creare vuoti in organico. Nella mozione, gli esponenti leghisti chiedono alla giunta guidata da Nicola Zingaretti l’impegno “a porre in essere tutte le iniziative, anche di sollecitazione a livello governativo, per consentire che il collocamento d’ufficio a riposo per raggiunti limiti di età dei dirigenti medici del Servizio sanitario possa essere prorogato di due anni rispetto alla naturale scadenza”. Nella mozione, si sottolinea “l’eccezionalità del provvedimento una tantum, riferito all’evento pandemico, e se ne evidenziano le positive ricadute sul piano formativo per i professionisti nuovi assunti, che potrebbero così giovarsi dell’esperienza dei colleghi pronti ad affiancarli nei gravosi compiti determinati dalla cura dei pazienti Covid”.  

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