Pnrr: 673 mln in arrivo per la sanità e c’è la tecnologia 5 G
Le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza prendono consistenza. Con una delibera di giunta, la 581 del 19 luglio 2022, la Regione Lazio ha provveduto alla ripartizione dei fondi tra Asl, ospedali, Irccs e Azienda per l’emergenza 118 sulla base di quanto già stabilito nel mese di maggio con il “Piano operativo” legato alla Missione 6 Salute del documento Ue. Un programma dettagliato, con le tempistiche, le localizzazioni, le precise destinazioni dei fondi, che l’ente presieduto da Nicola Zingaretti potrebbe far valere come progetto pilota italiano per l’utilizzo dei fondi del Pnrr. Sulla base del piano approvato a maggio, sono già definite le voci di spesa: case della salute da ristrutturare e trasformare in case di comunità con 158.494.374 milioni; centrali operative territoriali (Cot) quali strutture di coordinamento di tutta la rete assistenziale da attivare ex novo con 10.211.425 milioni di euro, più altri 4milioni 193.216 destinati alla interconnessione con il domicilio del paziente per le cure a casa e ulteriori 5.706.255 milioni per i dispositivi (device) di collegamento. Una parte importante è riservata agli ospedali, anche questi – come le case – di comunità, si gioveranno di un finanziamento di 86.451.477 milioni di euro più altri 50.735.378 per l’ammodernamento del parco tecnologico-digitale che si avvarrà di tecnologia 5 G; ulteriori 103 milioni per l’acquisto di grandi apparecchiature sanitarie (Tac, risonanze, Pet, mammografi, ecotomografi) e oltre 180 milioni per l’adeguamento antisismico di 40 strutture. In totale 599.180.594 milioni di euro a cui si sommano altri 74.628.773 milioni da assegnare alla controllata regionale LazioCrea che curerà tutta la partita delle ripartizioni tra aziende. Nel riparto di risorse tra queste ultime, la parte del leone la fa la Asl più estesa, la Roma 2 con un bacino di utenza di circa 1 milione e 300mila residenti e quasi 80 milioni di dotazione, segue l’Asl di Frosinone con oltre 55 milioni. Le altre si giovano di cifre comprese tra i 30 e i 50 milioni, tranne la Roma 3 con 27 e la Asl di Rieti con 18. I grandi ospedali, San Camillo, San Giovanni, Umberto I e Tor Vergata viaggiano intorno ai 30 milioni, gli Ifo ne ottengono 12 lo Spallanzani 9. Fanalino di coda il Sant’Andrea con 8 milioni, più o meno come l’Ares 118 azienda di emergenza priva di grandi strutture. Si raggiunge così la ragguardevole cifra di 673.809.367 milioni di euro da cui restano fuori quelle che sarebbero le risorse assolutamente indispensabili: i professionisti per attivare questa complessa rete di interventi, per non rischiare di creare innumerevoli e avveniristiche strutture non utilizzabili.