Lo ha sottolineato senza infingimenti e con vago rammarico, il ministro della Salute Orazio Schillaci: nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, meglio noto come Pnrr – pensato nel 2021 per affrontare l’emergenza pandemica generata dal Covid 19 – la sanità risulta come il capitolo meno finanziato. Per questo il segretario nazionale Ugl Salute, Gianluca Giuliano, ha sottoposto al titolare della salute, in uno dei recenti incontri, alcuni contributi volti a risolvere le criticità della sanità italiana. “C’è bisogno di un’accelerazione visto il grande ritardo nell’attuazione di quanto previsto, per dare ai cittadini risposte concrete e tutelare il diritto alla salute contenuto nella Costituzione con una riforma della medicina del territorio che non può più attendere”. Questa la priorità del sindacalista che chiede una maggiore flessibilità nell’attuazione del Pnrr, non tanto e non solo sulla tempistica ma soprattutto sui modelli e asset assistenziali proposti. “Serve prevedere progetti pilota di immediata attuazione in ogni Regione in grado di anticipare e sperimentare modelli di assistenza attuabili nell’ambito del ridisegno della assistenza territoriale – scrive in una nota – crediamo con forza nello sviluppo della medicina di prossimità che assicuri, specie alle fasce più deboli della popolazione, prestazioni diagnostiche, cure mediche e assistenza sanitaria in grado di fare da barriera e filtro verso gli accessi ai nosocomi”. E commenta la prevista nascita di 1350 case di comunità, 600 centrali operative territoriali e 400 ospedali di comunità, evidenziando che tali strutture non possono prescindere dagli operatori sanitari “perché non si costruiscano cattedrali nel deserto – continua il comunicato – con mura solide ma senza personale in grado di farle funzionare”. Ed elenca i numeri degli operatori necessari, da reperire anche se non ci sono risorse da indirizzare sul personale. Serviranno circa 18.350 infermieri, 10.250 unità di personale di supporto 2000 operatori sociosanitari e 1350 assistenti sociali per rendere le strutture fruibili. “Un esercito di operatori che va reclutato dando impulso alle professioni sanitarie che devono tornare ad essere attrattive per emolumenti” dichiara il segretario, ricordando che l’Italia resta un fanalino di coda dell’Europa, anche per quanto attiene alla sicurezza sui luoghi di lavoro. “C’è bisogno di uno sforzo condiviso e la Ugl Salute ribadisce la sua volontà a essere un soggetto attivo del rilancio del Servizio sanitario nazionale” conclude Giuliano.

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