La sanità di una volta, un tessuto connettivo da ricostruire. La salute affidata ai camici bianchi dall’infanzia alla vecchiaia, partendo dal medico scolastico, per arrivare alle attuali case di comunità e passando per il medico condotto. Ė questo il significativo contributo, che il direttore del dipartimento di Salute mentale della Asl Roma 1, Giuseppe Ducci, ha portato al convegno della “Summer school” Motore Sanità, un think tank che promuove eventi attinenti allo sviluppo della ricerca scientifica, coniugata alla organizzazione sanitaria e sociale. Nella relazione presentata alla prima sessione dei lavori, nella seconda giornata dell’evento – il 22 settembre, dedicata alla salute mentale – lo psichiatra si è soffermato sulla realtà giovanile e il mondo della scuola, sottolineando l’importanza di creare un sistema a rete, con una integrazione tra le varie professionalità sui temi della salute. A supporto della proposta, Ducci ha fatto riferimento alla esperienza del dipartimento da lui diretto, in cui grazie a uno sportello dedicato a genitori, ragazzi e agli insegnanti, in base all’età, si organizzano gruppi di educazione sanitaria per sviluppare stili di vita sani che riguardano la sessualità, l’alimentazione, le relazioni, l’uso di sostanze, il bullismo, oggi diffuso soprattutto in rete. Focus del progetto è l’informazione per genitori e insegnanti sui temi della salute mentale sia per conoscere, sia per riconoscere l’eventuale presenza di disagio o di disturbo nei ragazzi. “Il medico scolastico che non c’è più e non è stato sostituito da nient’altro – ha dichiarato lo specialista – non esiste una risposta di sistema ai bisogni ma sono solo singole organizzazioni a supplire a tale carenza”. Per quanto attiene al tema del momento, la sanità territoriale con le case di comunità, Ducci ha toccato il punto dolente: “Abbiamo cancellato il medico condotto, non lo abbiamo sostituito con nulla e oggi parliamo delle case di comunità. Le case di comunità per ora hanno solo finanziamenti di tipo strutturale e infrastrutturale. Non abbiamo le risorse per metterci le persone e la collaborazione con i medici di medicina generale in queste strutture è tutta da costruire”. Parole importanti, specie per chi guarda alle risorse del Pnrr come la panacea di tutti i mali, essendo poco chiaro che i fondi europei sono esclusivamente indirizzati alla edilizia e alla innovazione tecnologica e in nessun caso a una politica di assunzioni, quello che servirebbe di più.

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