Telemedicina, entrano nel vivo le previsioni del Pnrr Missione 6 salute. L’accordo siglato lo scorso 8 marzo, tra il ministro della salute Orazio Schillaci, l’Agenas-agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e il Raggruppamento temporaneo di impresa (Rti) costituito da Engineering Ingegneria Informatica e Almaviva, ha sancito “l’affidamento in concessione della progettazione, realizzazione e gestione dei servizi abilitanti della Piattaforma nazionale di Telemedicina”. Un punto a favore per la digitalizzazione dell’assistenza con cui, grazie a una piattaforma, sarà migliorata la qualità e l’accesso alle cure, sarà colmato il divario tra i territori e si favorirà una maggiore integrazione tra i servizi sanitari regionali. Dal 2024 gli italiani potranno così ricevere le prime prestazioni di telemedicina, controlli a distanza e consulti di più specialisti. Per il nostro Paese non è una novità. Non se ne parla molto ma l’Italia è da considerarsi precorritrice del telesoccorso. Vantiamo il Centro Internazionale Radio Medico (Cirm), una fondazione istituita a Roma il 30 maggio 1934 per iniziativa di un gruppo di medici, con lo scopo di dare assistenza sanitaria via radio agli uomini in mare. Il primo presidente è stato Guglielmo Marconi e oggi l’ente è sotto la sorveglianza del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Una storia antica e nobile mentre ci si appresta ad affrontare per gradi l’attuale innovazione. Si inizia con una prima fase di progettazione per poi passare alle visite on line. I potenziali pazienti saranno i diabetici, quelli con patologie respiratorie e cardiologiche ma anche pazienti oncologici e neurologici. In particolare, sarà possibile applicare la telemedicina per diversi servizi tra cui il teleconsulto, la televisita, il telemonitoraggio e la teleassistenza. Un suffisso, il tele, reiterato a sottolineare il remoto, il lontano, il sito diverso tra gli assistiti e il luogo della visita: miracoli del progresso. Così, parametri che un tempo era impensabile rilevare a distanza, possono oggi essere analizzati: la temperatura corporea, la pressione arteriosa, la saturazione del sangue e la frequenza cardiaca. Valori rilevati che necessitano di una attenta valutazione da parte del personale sanitario. I vantaggi che ne derivano per il cittadino sono molteplici: equità di accesso all’assistenza, maggiore garanzia nella continuità delle cure, assistenza ai malati cronici o agli anziani direttamente da casa, trasmissione telematica di esami e cartelle cliniche dei pazienti e infine un risparmio per il Sistema sanitario nazionale, che vede così incrementare la propria efficienza e ridurre i costi. Ma non tutte le prestazioni possono essere garantite a distanza. Alcuni tipi di diagnosi richiedo necessariamente la presenza del medico, come ad esempio, il prelievo del sangue o gli esami di diagnostica per immagini. Altro problema è quello relativo alla sicurezza dei dati personali sanitari dei pazienti trasmessi elettronicamente. Un bilanciamento di interessi e di diritti da calibrare con equilibrio, altrimenti da una innovazione, si rischierebbe di passare a un regresso. Fonte Agr (Nella foto: Guglielmo Marconi)

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