Precari delle coop esterne in bilico
Difficoltà negli ospedali Sant’Andrea e San Filippo Neri. Presto audizione alla Regione Lazio
Sant’Andrea, rischio licenziamento per un centinaio di lavoratori. Operatori delle cooperative esterne AtiSiar, Arcobaleno 2 e Osa, in base al piano strategico aziendale dovrebbero lasciare l’ospedale in cui hanno prestato servizio per decenni, senza assicurazioni sul proprio futuro. è la guerra tra poveri, quella ingaggiata nella sanità del Lazio, basata su una legge regionale che prevede, legittimamente, sanatorie per 3500 precari e assunzioni per altri 5000 operatori – con un piano di reclutamento dal 2018 al 2022 – così da creare graduatorie cui attingere per 36 mesi. Da una parte sicurezza per molti, dall’altra incertezza per i lavoratori delle cooperative esterne, “considerati di serie B”, si sfogano durante una manifestazione davanti alla Regione e aggiungono: “siamo la parte più debole nelle Asl e aziende sanitarie. La cosa che più preoccupa è la mancanza di informazioni da parte della direzione – spiega un rappresentante sindacale della Flp Sanità – la poca trasparenza nelle procedure e l’assenza di un percorso regionale per il reinserimento dei lavoratori”. Scettico sul piano assunzioni Natale Di Cola, segretario della Cgil Funzione pubblica di Roma e Lazio: “Riconosciamo l’importanza del piano di assunzioni ma, considerato che nei prossimi anni 6000 lavoratori lasceranno la sanità, potremmo trovarci di fronte alla beffa di avere meno addetti, con il rischio di non poter garantire i servizi”. Sotto accusa le norme nazionali che limitano le assunzioni, aggravate dalla bocciatura nel 2017 da parte del governo, di una legge tendente a superare il blocco del turn-over.