Presidente, rivogliamo la sanità pubblica. Appello di “Se Non Ora Quando”
Il 23 dicembre la legge 833 compie 35 anni. Presidente Napolitano, in qualità di garante dei valori della Costituzione, ci aiuti a riprenderci quella riforma
“Ottocentotrentatre il numero dei diritti e della libertà”. Esordiscono così le donne di “Se Non Ora Quando” a difesa della legge “per ricordarla, celebrarla, difenderla. Quella riforma resta interrotta, stravolta nei suoi principi e nei suoi obiettivi – è scritto nel documento – le sue ragioni restano più che mai attuali e inascoltate. Ci rivolgiamo a Lei, caro Presidente, in qualità di garante dei principi e dei valori della Carta costituzionale, per aiutarci a riprenderci quella riforma”. Le donne continuano riferendosi “allo smantellamento del modello pubblico e universalistico della sanità, strisciante ma continuo che, a loro avviso, “legittima ricette e terapie spregiudicate, validate solo dalla ideologia dell’austerità. L’idea che avanza è che la sanità pubblica non è più sostenibile e quindi non si può più dare tutto a tutti. Per la sanità pubblica il tempo è davvero ormai scaduto: serve un’azione forte di mobilitazione per salvare una conquista irrinunciabile per la civiltà del nostro paese, per la dignità delle nostre vite, per i diritti e le libertà di tutti, soprattutto delle donne” continua l’appello che annuncia una mobilitazione nazionale il 14 dicembre, con Flash mob davanti agli ospedali e alle istituzioni. “Ci piacerebbe che ripetessimo tutte e tutti, anche lei, caro Presidente – continua il documento – 833, il numero dei diritti e delle libertà, ovunque, nei luoghi più diversi: negli ospedali e nei teatri, nelle università e nei giornali, nelle televisioni e nelle piazze. Un numero per ricordare una storia, un pensiero, per difendere valori e principi, per difendere quella che è stata e continua a essere una grande speranza di cambiamento. Se non ora quando?” è il leit motiv delle donne. “Perché l’articolo 1 della legge 833 istituisce il Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universalistico – ribattono le militanti – per tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, nel rispetto coerente dell’articolo 32 della Carta costituzionale. Perché il diritto alla salute è il ‘diritto forte’ che riconosce e promuove tutti gli altri diritti, economici, sociali, civili, che parla dei nostri corpi, delle nostre vite, delle nostre differenze, del modo di vivere e di pensare di ciascuno di noi, del lavoro che c’è e che non c’è, dell’ambiente in cui viviamo e lavoriamo, delle relazioni umane tra le persone e nella comunità, della relazione tra le donne e gli uomini. Perché quella riforma è madre delle battaglie democratiche, per una democrazia sostanziale, emancipante, non escludente, che rimuove le cause delle disuguaglianze e sa nominare l’uguaglianza dei risultati e non solo quella delle opportunità, che declina i diritti in modo plurale, che sa riconoscere le differenze, che accoglie la laicità come suo valore fondante”.
Per info: www.change.org/it/petizioni
www.senonoraquando.eu