Regione Lazio, Mattia: “procreazione fino a 46 anni”
Ampliato il limite di età dai 43 ai 46 per chi aspira alla maternità con la fecondazione assistita
Procreazione assistita, una speranza per coppie che desiderano un figlio e che nel Lazio oggi possono confidare in una possibilità in più. Grazie a un emendamento al collegato di bilancio, nella seduta notturna del Consiglio regionale di martedì 8 novembre, è stato innalzato di tre anni il limite di accesso per le aspiranti mamme alla procreazione medicalmente assistita nelle strutture pubbliche, con donazione di gameti femminili. Dai precedenti 43 anni, si è passati ai 46. Tre anni che per una donna che aspira a diventare mamma tra mille difficoltà, sono una benedizione. “Una integrazione che adegua la normativa regionale agli indirizzi nazionali e alle indicazioni dei nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza) in materia, ma soprattutto tutela i diritti delle donne e del loro desiderio di maternità tenendo conto dei tempi di vita che cambiano e portano sempre più a procrastinare la scelta di fare un figlio, talvolta fin quando si rivela biologicamente tardi”, spiega così la norma approvata Eleonora Mattia, presidente della commissione Lavoro e pari opportunità alla Pisana. L’emendamento a sua firma, si uniforma all’orientamento espresso dalla Conferenza delle Regioni nel settembre 2014 “Non solo aiutiamo donne che per problemi di salute si rivolgono a tecniche di fecondazione – chiarisce l’esponente del Pd – con questa norma tuteliamo il principio di uguaglianza nell’accesso alle cure e rimuoviamo gli ostacoli alla piena realizzazione della persona, mettendo un freno agli inaccettabili viaggi fuori Regione o semplicemente verso le strutture private”. Secondo gli ultimi dati del Ministero della salute, sono 14.162 i bambini e le bambine nati nel 2019 grazie alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, con mamme la cui età continua a crescere. “Oggi abbiamo fatto un altro passo verso la piena autodeterminazione delle donne nel Lazio, che passa anche per il sostegno a una maternità scelta e libera, che non confligge con la dignità di tutte le altre esperienze e scelte di vita”, conclude la presidente Mattia.