Codice Ateco acronimo di ATtività ECOnomiche. Ė la classificazione adottata dall’Istat per finalità statistiche e dall’Agenzia delle entrate ai fini fiscali. In un mondo completamente digitalizzato, non può mancare ai professionisti quando aprono partita Iva, per indicare la propria attività scegliendo il codice di riferimento e, nonostante l’apparente freddezza e inespressività delle cifre, per le professioni sanitarie ha assunto un elevato valore simbolico. Dal 1° gennaio, infatti, è in vigore una nuova classificazione, la Ateco 2025, che innovando la precedente del 2007, supera il codice generico delle professioni sanitarie 89.90.29 con la denominazione di ‘Altre attività paramediche indipendenti’, adottando le specificità delle professioni infermieristiche e ostetriche, per cui le rispettive Federazioni si sono tanto battute. Si tratta di una modifica non più rinviabile che entrerà in vigore il 1° aprile, legata alla creazione degli ordini professionali nel 2018 e alla istituzione dell’obbligo di laurea con iscrizione all’albo per l’esercizio dell’attività, passaggi che hanno attribuito alle professioni sanitarie lo status di professioni intellettuali. Per questo Fnopi (Federazione ordini infermieri) e l’omologa Fnopo per le ostetriche, ringraziano l’Istat che “finalmente ha riconosciuto una connotazione non più ancillare rispetto alla figura del medico”, con quella desueta attribuzione di ‘paramedico indipendente’, commentano alcuni professionisti di un grande ospedale romano da noi interpellati. Sebbene, al momento, non siano previste sanzioni per chi non dovesse variare il codice, sarebbe importante rettificarlo – comunica una nota della Fnopi – laddove descriva meglio la propria attività. Palpabile soddisfazione per la Federazione degli ordini delle professioni ostetriche la cui presidente, Silvia Vaccari (nella foto) ringraziando l’Istat per l’impegno profuso, parla di “un evidente risultato di un’articolata operazione di revisione, in collaborazione con altri enti istituzionali”. Una scelta non più rinviabile, considerato che la Fnopi fin dal 2020 aveva sollecitato la revisione oggi divenuta realtà, che permette ai professionisti un ulteriore passo avanti e ne supporta l’attività libero professionale.

 

 

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