Pronto soccorso Frosinone, visita a sorpresa del M5s
Barelle in corridoio da ore ed ore, ataviche carenze di organico e condizioni igieniche allarmanti. Erano almeno 20 i pazienti in attesa nel pronto soccorso dell’ospedale Spaziani di Frosinone, specie lungodegenti, la mattina del 13 gennaio ma poteva essere qualsiasi altro giorno della settimana, in qualsiasi orario e in qualsiasi mese. Da tempo nel nosocomio del frusinate la situazione non cambia. E’ questo il risultato della visita a sorpresa, effettuata dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Devid Porrello – della commissione Politiche sociali e salute – e dal deputato pentastellato Luca Frusone. “Nel nostro giro sono emerse criticità simili a quelle degli altri pronti soccorsi del Lazio” ha affermato Porrello, puntando l’indice contro la carenza di organico e le ingenti risorse che il nosocomio impiegherebbe per prestazioni esterne. “E’ avvilente constatare – ha aggiunto il consigliere – che la maggior parte dei pazienti sono lungodegenti che necessiterebbero di un posto letto che in ospedale, e negli altri nosocomi del Lazio non si trova. Si pensi che in Medicina generale, per 60 posti letto ci sono solo cinque medici di cui tre esentati dai turni di notte. Sorprende inoltre sapere che lo Spaziani spende 6 milioni di euro l’anno per prestazioni esterne quando, con la metà si potrebbero assumere almeno 30 medici, di cui c’è carenza nella provincia”, ha constatato con amarezza il consigliere. Per disposizioni derivanti dal decreto 80 del 2010, promulgato dall’allora governatrice regionale Renata Polverini, l’ospedale Spaziani è stato inserito nella cosiddetta macroarea cui afferisce anche il policlinico romano Umberto I, grande struttura afflitta da atavici problemi, tra cui le interruzioni di corrente e il cambio di società per la fornitura dei pasti, con risultati discutibili per qualità e tempestività nelle consegne. Per tale motivo, i rappresentanti del M5S del Lazio, hanno presentato svariate interrogazioni al presidente-commissario Zingaretti, a tutt’oggi rimaste senza risposta. “Frosinone è solo l’inizio – ha concluso Porrello – non ci fermeremo con le visite a sorpresa e vogliamo soprattutto dialogare con medici e infermieri per studiare, insieme ai veri protagonisti della sanità regionale, possibili soluzioni all’attuale inadeguatezza delle strutture”.