Pronto soccorso in tilt: Regione batti un colpo
Allarme di trenta primari e dell’Ordine provinciale dei medici di Roma. La Regione Lazio tace
Pronto soccorso, nel Lazio non si vedono soluzioni e la situazione è al tracollo. Continuano le estenuanti attese di un posto letto per i malati costretti a giorni e giorni di barella, così come non cessa il blocco delle ambulanze le cui lettighe vengono spesso trattenute nei locali dell’emergenza per l’impossibilità di trovare una collocazione ai pazienti. Il tutto con un penoso risvolto. Nel mese di dicembre, poco prima delle feste natalizie, la morte di un sessantenne cardiopatico affetto da polmonite nella sala osservazione del pronto soccorso del policlinico Tor Vergata per le conseguenze di una caduta dalla barella su cui stazionava da giorni. “Così non si può andare avanti”, hanno protestato all’unisono il 20 dicembre trenta direttori e responsabili di pronto soccorso e medicina d’urgenza del Lazio, che in una affollata assemblea all’Ordine provinciale dei medici di Roma, hanno denunciato numerose criticità. Nel corso del convegno, i dirigenti hanno evidenziato i punti di maggiore sofferenza: dalle carenze organizzative a quelle strutturali, passando per l’atavica insufficienza di posti letto e il prevedibile calo di “vocazioni” dei medici, refrattari all’impiego nel reparto “in prima linea” per antonomasia. Un confronto tra professionisti, quotidianamente impegnati in una impari lotta che diventa ogni giorno più complessa. Istanze non pervenute, al momento, all’attenzione dei vertici regionali. Grande assente al convegno l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, che al cahier de doleancés dei medici dell’emergenza ha preferito l’inaugurazione di un nuovo servizio all’ospedale San Giovanni, né erano presenti altri responsabili regionali dell’assessorato alla Sanità. Caduta nel vuoto quindi, la richiesta della creazione di un tavolo regionale per porre un argine al problema numero uno della sanità regionale, che a tutt’oggi non ha ancora ricevuto riscontri. Forte, insieme alla denuncia dei primari, il sostegno dell’Ordine (Omceo) che a tutt’oggi, a un mese circa dall’evento non trova alcun riscontro dagli uffici di via Rosa Raimondi Garibaldi.
“Il morto a Tor Vergata è la punta dell’iceberg” Il M5s chiede interventi adeguati. Cittadinanzattiva scrive all’assessore alla Sanità D’Amato
“Zingaretti affronti subito la situazione dei pronto soccorso e faccia applicare la nostra mozione”. Non ha dubbi Davide Barillari del Movimento 5 stelle, componente della commissione regionale Sanità: “per fronteggiare l’emergenza applichiamo le soluzioni da noi proposte”. E sulla morte del paziente di Tor Vergata, che vede come “la punta dell’iceberg di una situazione al collasso”, critica i troppi silenzi sul caos che i cittadini vivono quotidianamente. Barillari ha denunciato due mesi fa disservizi a Tor Vergata chiedendo alla Regione Lazio interventi adeguati: dal decalogo sul sovraffollamento agli effetti della privatizzazione del 118, fino al potenziamento dell’organico, con stabilizzazione dei precari. Si unisce all’allarme del Movimento Cittadinanzattiva, che attraverso il segretario regionale Elio Rosati fa sua la protesta di Francesca Perri, medico del 118 e sindacalista, che ha diffuso un diario di bordo: “mercoledì 2 Gennaio…siamo bloccati, stavolta al San Filippo Neri ma risulta che tutta Roma Nord col Gemelli e il Sant’Andrea sia nelle stesse condizioni: ambulanze bloccate per mancanza barelle ai pronti soccorsi e posti letto per questa città, la città eterna, la capitale d’Italia”. Rosati ha inviato nello stesso giorno una lettera all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, illustrando la situazione e chiedendo “quali azioni si intendono mettere in campo per risolvere in via definitiva la problematica rappresentata, al fine di attivare percorsi virtuosi di partecipazione e di promozione. Servono azioni innovative di tutela dei diritti civili”, ha concluso Rosati nella nota.