Pronto soccorso? No, è un soccorso differito
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo il comunicato del comitato “Salute e Ambiente” Asl Roma 5 e del comitato “Libero a difesa dell’ospedale di Colleferro”, nell’intento di informare l’opinione pubblica sulla situazione dei reparti ospedalieri nella azienda sanitaria tiburtina:
Ė un balletto di reparti tra gli ospedali della Asl Roma 5. Dopo un anno la montagna ha partorito un topolino. Passate le ripetute promesse mediatiche, da parte dei nostri politici e amministratori, che assicuravano di aprire una terapia intensiva e/o rianimazione, presso l’ospedale di Palestrina, abbiamo di recente saputo che sarebbe stata attivata in realtà una semplice terapia sub-intensiva. Ė risaputo che una terapia intensiva può ospitare pazienti ad alto rischio clinico, ad esempio intubati o bisognosi di cure intensivistiche. Mentre una terapia sub-intensiva, che generalmente è una sezione della terapia intensiva, non può ospitare pazienti del genere ma deve trasferirli al più presto in terapia intensiva. Nel caso della terapia sub-intensiva di Palestrina, non sappiamo neanche – perché non ci viene detto – se questo reparto abbia un proprio organico medico di anestesisti rianimatori e di infermieri. Inoltre, questi locali ospiteranno dei pazienti bisognosi soprattutto di assistenza respiratoria non invasiva, cioè tramite il cosiddetto casco, un macchinario che permette di insufflare (immettere, ndr) a pressione positiva aria nei polmoni del paziente, senza bisogno del tubo orotracheale. Questa attività veniva fino a poco tempo fa svolta normalmente nei reparti Covid dell’ospedale di Palestrina. Oltretutto continuerebbe a mancare la copertura nelle 24 ore del servizio di cardiologia, fondamentale anche per una semplice terapia sub-intensiva. Ovviamente l’ennesima riconversione dell’ospedale di Palestrina in ospedale Covid ha allontanato ancora una volta il rientro promesso dei reparti di ostetricia, ginecologia, neonatologia e pediatria, che sarebbero dovuti tornare in sede al massimo entro ottobre del 2021. Tutto ciò sta pesando enormemente soprattutto sull’altro ospedale del nostro polo, quello di Colleferro, dove la situazione del pronto soccorso è di nuovo totalmente insostenibile per gli operatori e con gravissime ricadute sull’utenza, costretta ad aspettare tempi allucinanti per essere visitata, alla faccia del vero concetto di pronto soccorso, che sarebbe meglio chiamare soccorso differito. Così spesso i cittadini sono costretti a cercare salvezza in ospedali molto più lontani dalla loro abitazione, con tutto quello che ne consegue. Questo è un altro frutto avvelenato dell’estrema carenza di posti letto, che presenta ormai da tanti anni la Asl Roma 5. Il tempo passa ma la situazione non resta quella di prima: con il Covid è peggiorata perché quasi tutte le risorse umane ed economiche sono state indirizzate contro il virus senza preoccuparsi dei pazienti affetti da altre patologie. Solo maquillage e niente più. Cosa ne pensano i nostri sindaci? (Nella foto: ospedale di Colleferro)
Il presidente coordinatore del Comitato Salute ed Ambiente ASL Roma dott. Stefano Fabroni
La presidente coordinatrice del Comitato Libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” dott. ssa Ina Camilli
Edmon Karagozyan Comitato Salute ed Ambiente Asl Roma 5 Vice Presidente con Delega per la Comunicazione