Pronto soccorso\3: emergenza, istruzioni per l’uso

“Delle cause si è parlato fino allo sfinimento. Ora è il momento delle soluzioni. Il medico di pronto soccorso è, oggi, di fronte a un bivio”.
A proporre ricette concrete contro l’overcrowding è Luigi Zulli, direttore dell’Unità complessa Pronto soccorso e Medicina d’Urgenza del San Filippo Neri di Roma, ospedale che ha visto di recente, l’aggressione di un sanitario dell’emergenza da parte di un pregiudicato tossicodipendente.
“Il sistema sanitario – osserva Zulli – è fra i settori più rischiosi e imprevedibili perché si occupa di persone con diversi e complessi problemi di salute. Per questo, valutata l’epidemiologia di chi si rivolge all’emergenza – in prevalenza anziani fragili – va ripensato il rapporto ospedale/territorio assegnando a quest’ultimo una maggiore centralità con responsabilizzazione dei medici di famiglia. Occorre garantire la continuità assistenziale tra medicina territoriale e assistenza ospedaliera, nella fase pre e post ricovero, soprattutto indirizzare i pazienti nella struttura idonea, secondo il grado di criticità della patologia. Il nostro slogan deve essere: Approccio integrato ed empatico alla malattia e al paziente”.

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