Prosegue il cammino di Tobia, un aiuto ai fragili
Molti ospedali si dotano del progetto con percorsi dedicati alle prestazioni per disabili
Tobia arriva al Sant’Andrea. Il percorso dedicato ai pazienti fragili, per supportarli nell’accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche, varca la soglia dell’ospedale di Roma Nord, dopo il suo battesimo al San Camillo e la proposta, sostenuta dall’assessore regionale alle Politiche sociali Massimiliano Maselli di esportarlo in tutte le realtà del Lazio. Sono sempre più numerosi i disabili che, bisognosi di una prestazione sanitaria, incontrano mille difficoltà a causa del loro stato di salute. Perfino un semplice esame diagnostico o una routinaria cura odontoiatrica, possono costituire un ostacolo, quando ci si trova di fronte a soggetti cosiddetti “non collaboranti” in mancanza di professionisti o strutture non adeguate ad accoglierli. A soccorrere, è arrivato il progetto Tobia, che non è solo il nome del personaggio biblico considerato uomo buono e giusto che si prendeva cura dei più bisognosi. In questo caso si tratta dell’acronimo di “Team operativo bisogni individuali assistenziali”, un progetto con una solida storia dietro, nato all’ospedale San Paolo di Milano nel 2001 grazie a una intuizione del medico Filippo Ghelma, approdato al San Camillo Forlanini di Roma con Stefano Capparucci, fisioterapista da decenni impegnato nella risposta ai bisogni sanitari e sociali dei più fragili. Campanello d’allarme, sulla condizione di persone con difficoltà di “presa in carico”, fu lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità nel 2002, con cui nel “Rapporto sulla equità sanitaria per i disabili”, si evidenziò la minore aspettativa di vita di queste persone, che spesso hanno difficoltà perfino ad accedere ai presidi sanitari pubblici. Un monito raccolto, da Milano a Roma e ben presto in tutto il Lazio, territorio in cui 15 strutture sanitarie adotteranno tale protocollo che si giova di apposite linee guida regionali e ha visto la formazione di 80 professionisti di varie discipline. Ascolto, accoglienza e accompagnamento nei percorsi clinico-diagnostici sono i cardini della virtuosa prassi messa in atto finora al San Camillo, al Policlinico Tor Vergata, all’ospedale di Rieti e all’azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata. Ora con il Sant’Andrea, si arricchisce un percorso virtuoso, in cui si sperimenta anche l’ottimizzazione dei tempi di permanenza nelle strutture sanitarie e degli spostamenti per visite e esami diagnostici, grazie alla presenza di operatori specializzati. “Un’iniziativa che mette al centro l’essere umano con tutte le sue necessità prendendosi cura delle sue fragilità” ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, presente all’apertura del centro dell’ospedale di via di Grottarossa, che insieme all’assessore Maselli e a tutta la giunta ha deciso di istituire e supportare il progetto in tutte le strutture sanitarie, al fine di valorizzare percorsi dedicati ai disabili anche gravi e stare vicino alle loro famiglie. (Nella foto: ospedale Sant’Andrea)