Protocollo di intesa per il nuovo Umberto I vicino alla stazione Tiburtina
A cinque giorni dalla fine del 2013, una notizia folgorante viene annunciata a romani e cittadini della Regione Lazio: la Capitale avrà un nuovo Policlinico. Sarà una riedizione dell’Umberto I, riveduta e corretta, da realizzare in zona Tiburtina/Pietralata, area Sdo, grazie al protocollo d’intesa siglato lo scorso 11 dicembre – all’insaputa di tutti – dal presidente Nicola Zingaretti, il rettore dell’Università La Sapienza Luigi Frati e l’amministratore delegato di Trenitalia Mauro Moretti. Sanità e alta velocità. A parte l’involontaria rima, molti si sforzeranno per trovare il nesso che corre tra la costruzione di un nuovo policlinico universitario e i convogli super rapidi dellastazione Tiburtina. A mano a mano però, il filtrare delle notizie ci fa supporre che il progetto sia nato non per i malati, che ancora lottano contro le vergognose liste di attesa e i tagli ai posti letto, a causa delle ingiustificabili riduzioni dei servizi sanitari nella Regione. Piuttosto, tale grandiosa realizzazione, sembra più pensata per dare linfa vitale a quella cattedrale nel deserto che è ancora la nuova e costosissima stazione Tiburtina, progettata dall’architetto Paolo Desideri.Come volevasi dimostrare, a Roma le archistar – e non solo – dettano legge. Già individuati iterreni, messi a disposizione da Trenitalia a costo zero. L’area, di 800 ettari vicina alla stazione,sembra appetibile per molti costruttori romani e i fondi, 250 milioni di euro vengono, in parte, dal tesoretto di 140 milioni stanziato nel 1999 dal governo D’Alema per il vecchio Policlinico e mai arrivato a destinazione. Altri 110 e forse più, dovranno essere reperiti dalla Regione in deficit. Legiustificazioni? Già trovate: l’attuale Policlinico Umberto costa troppo e troppo costerebbe rimetterlo in sesto, i dipendenti sono in esubero, la gestione è antieconomica. Ma allora perché stanziare 9 milioni di euro – la notizia è del 20 dicembre – per ristrutturare il vecchio gigante dai piedi d’argilla? Da anni Roma soffre per le drastiche riduzioni dei posti letto dovute ai tagli in tutti gli ospedali, per la immotivata chiusura dell’ospedale San Giacomo, per la drastica riduzione di reparti e servizi presso il Forlanini. Per non contare il deficit sanitario e il bubbone di corruzione e sperperi. Di colpo, Epifania per i poteri forti, ecco l’alta velocità venire in soccorso di malati, medici, infermieri e avvicinare due realtà completamente diverse: un ospedale e una stazione ferroviaria.Non vorremmo che l’operazione serva solo a speculare sulle aree individuate e sui vecchi padiglioni dello storico Umberto I, a fare da contraltare alle lotte di potere fra rettore e primari, a contendere il primato a prestigiosi centri di ricerca. Intanto molti malati continuano ad aspettaregiorni e giorni sulle barelle dei pronti soccorsi romani un posto letto che non arriva mai, confortati dai rachitici alberelli natalizi emblema, anche questi, della crisi.