Raccolta sangue, il bluff della convenzione

Raccolta sangue, come ogni anno d’estate in ogni regione scatta l’allarme per il mancato raggiungimento dell’autosufficienza, causa l’assenza di molti donatori per il periodo di vacanze. Se a questo si aggiungono poi le difficoltà legate alla burocrazia, i problemi diventano insormontabili. Per questo l’Avis, associazione dei volontari del sangue da decenni in prima fila per sensibilizzare sulla donazione, ha espresso in una recente audizione in commissione Sanità della Regione Lazio le proprie perplessità. “Chiediamo l’istituzione di un tavolo tecnico con l’assessorato – hanno spiegato Eugenio Fratturato e Donatella Selis, rispettivamente presidente provinciale e regionale dell’Avis – perché le associazioni non possono accollarsi i costi del trasporto del sangue e dei rifiuti speciali. In questa maniera, di fatto, si bloccherebbe la raccolta del sangue da parte dei volontari”. Il tutto è dovuto alla nuova convenzione che prevede esplicitamente che il costo del primo trasporto del sangue e dei rifiuti speciali siano a carico delle Unità di raccolta (Udr), come ha spiegato Stefania Vaglio, direttrice del Centro regionale sangue. “Da parte nostra – ha assicurato la direttrice – malgrado le difficoltà, siamo disposti a studiare insieme gli accorgimenti necessari per venire incontro alle associazioni”. Ora la soluzione spetta alla parte politica, il cui impegno è stato garantito dai consiglieri membri della commissione Sanità Massimiliano Maselli (FdI), che ha illustrato le criticità relative alla raccolta e trasporto del sangue e dei rifiuti speciali il cui onere, per convenzione, è a carico delle associazioni e Loreto Marcelli (M5s), che hanno garantito l’impegno della commissione a riportare all’assessorato le richieste delle associazioni. “Ci sono margini che possiamo sfruttare – ha dichiarato Marcelli – tenendo conto delle specificità del nostro territorio. Ci faremo tramite con l’assessorato delle richieste delle associazioni”. Non resta che attendere gli esiti.

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