Raggi al San Giacomo: “riapriamolo subito”
Continua il tour di Virginia Raggi negli ospedali chiusi di Roma. Dopo il Forlanini, visitato sabato 21 novembre, il 28 la prima cittadina di Roma si è recata al San Giacomo, accompagnata da alcuni operatori sanitari che fino al 31 ottobre 2008, data della chiusura, lavoravano nell’antico nosocomio di via Canova. “La struttura è chiusa da diversi anni – ha esordito la sindaca – in tanti siamo venuti qui per ribadire la necessità di riaprire e riattivare al più presto l’ospedale in modo che possa accogliere pazienti Covid a bassa e media intensità e svolgere funzioni ambulatoriali”. Ribadendo l’importanza di disporre di più posti letto in un momento difficile come quello della pandemia, Raggi ha citato anche altri ospedali storici che hanno subito la stessa sorte o sono stati ridimensionati a causa del deficit sanitario: il già citato Forlanini, il Nuovo Regina Margherita e il San Gallicano. Oltre ai medici Fabio Biferali e Massimo Martelli, erano presenti all’incontro Anna Rita Cammerata, che ha promosso una petizione favorevole alla riapertura, il segretario provinciale del sindacato infermieristico Nursind Stefano Barone, il giornalista Furio Colombo, che in occasione della violenta chiusura del San Giacomo scrisse l’indimenticabile articolo “Morte di un ospedale”, pubblicato sul quotidiano “L’Unità”, la scrittrice Edith Bruck. Secondo la sindaca “Il San Giacomo e il Forlanini, devono rappresentare presidi pubblici fondamentali sul territorio e possono essere rimessi in funzione con investimenti non troppo onerosi”. Tale convinzione si basa sulle tantissime voci che chiedono la riapertura di queste strutture, a quanto pare ignorate dalla Regione Lazio che avrebbe la facoltà di rimettere in funzione gli ospedali. “È quello che i cittadini si aspettano – ha concluso Raggi – è una battaglia giusta che dobbiamo fare insieme”. Per quanto attiene al Forlanini, citato nel Piano di Protezione civile di Roma Capitale redatto nel 2019 e votato dall’Assemblea Capitolina, lo stesso è inserito a pagina 57 del fascicolo 1 nell’elenco delle strutture sanitarie essenziali da impiegare in caso di catastrofi ambientali o emergenze varie. Da ciò si potrebbe dedurre la possibilità, per la prima cittadina, di intervenire immediatamente per la riapertura, così come sostenuto negli interventi durante i tour ospedalieri.