Raggi può subito riaprire il Forlanini e non lo sa
La visita che la sindaca Virginia Raggi ha effettuato il 21 novembre in quello che fu un grande complesso ospedaliero – accompagnata dai primari emeriti dell’ospedale Massimo Martelli, Giovanni Puglisi insieme allo pneumologo Salvatore D’Antonio e al segretario provinciale del sindacato infermieristico Nursind Stefano Barone – potrebbe avere risvolti clamorosi nel senso di una riapertura immediata della struttura. Spulciando fra gli atti capitolini, abbiamo scoperto che Roma Capitale il 16 aprile 2019 si è dotata di un nuovo Piano comunale di Protezione civile approvato dall’Assemblea comunale con la delibera consiliare numero 33, aggiornata il 17 gennaio 2020 con la delibera numero 4, licenziata dalla giunta presieduta proprio da Virginia Raggi. Ebbene, tale piano, alla scheda numero 11 prevede che l’ospedale Forlanini può essere immediatamente aperto e utilizzato in caso di calamità naturale. Cosa c’è di più calamitoso di una epidemia come quella che ci ha colpito, con i numeri da brivido trasmessi tutti i giorni? A quanto pare in Campidoglio si ignora anche ciò che si vota pertanto consigliamo al sindaco di compiere i passi necessari perché l’ospedale riapra i battenti, almeno nella parte monumentale ancora discretamente conservata, come chiedono migliaia di cittadini e hanno messo nero su bianco su una petizione online che ha raccolto, a tutt’oggi, 116 mila adesioni. Raggi ne ha tutti i poteri, al di là dei tentennamenti del presidente Zingaretti, di cui a questo punto non si capisce l’ostinazione nel tenere gli ospedali chiusi e andare in cerca di posti letto nei lussuosi hotel romani.
Nella foto: l’esedra interna del Forlanini, per gentile concessione dell’Archivio storico dell’Inps