Recup Lazio 06.9939: un’esperienza fallimentare. Doveva risolvere i problemi dei cittadini alle prese con la complessa realtà di Asl e ospedali, si è rivelato in molti casi un accumulatore di impedimenti nei confronti di utenti – che pagano l’Irpef più alta d’Italia – alle prese con prenotazioni di prestazioni che spesso si vedono rifiutare, causa “agende chiuse”. Una risposta che non ha alcun fondamento di legittimità anzi, potrebbe configurare una palese omissione. L’interruzione di un servizio con cui ha avuto a che fare chi scrive, che riceve ulteriore conferma dalla nota ricevuta, da parte di Antonella Saliva, presidente del Comitato “La Fenice” per la prevenzione dei tumori femminili, che volentieri pubblichiamo, con l’intenzione di approfondire le motivazioni che inducono il Recup Lazio a non fornire il servizio per cui sono stati ingaggiati, con un affidamento connotato da cospicue risorse dei cittadini contribuenti. La segnalazione è stata inviata al direttore generale degli Ifo Marina Cerimele, al responsabile di LazioCrea  Lorenzo Sornaga, al presidente della Regione Lazio Franceso Rocca e al Procuratore  della Corte dei conti, sezione regionale del Lazio Pio Silvestri. Di seguito il testo:

Ė con grande sconcerto e profonda indignazione che ci vediamo costrette a scrivere per informarvi di fatti gravi e lesivi della salute e dei diritti dei nostri pazienti più’ fragili, i pazienti oncologici. Nel merito, abbiamo ricevuto diverse loro segnalazioni della indisponibilità a prenotare visite oncologiche presso l’ospedale Ifo – Regina Elena così come da protocollo medico. Gli stessi pazienti ci hanno riferito che chiamando lo 06-9939, numero del Recup regionale della Regione Lazio, venivano informati dagli operatori che le visite richieste e dalle quali può dipendere la loro stessa vita, erano del tutto indisponibili e che le agende di prenotazione del suddetto ospedale risultavano chiuse. Abbiamo pertanto scritto e chiamato la direzione della struttura sanitaria in oggetto la quale ci ha prontamente fornito la lista delle loro agende, del tutto aperte e con disponibilità a 3/4 giorni. Ci chiediamo pertanto come sia possibile che una società come LazioCrea ed una recente piattaforma informatica pagata da noi cittadini svariati milioni di euro possa fornire un servizio così deficitario, pericoloso e lesivo del diritto alla salute ed alle cure. Purtroppo non è la prima volta che ci arrivano queste segnalazioni delle quali abbiamo informato anche il responsabile dei sistemi informativi area sanità del Lazio, dottor Lorenzo Sornaga, che ci legge in indirizzo, ma dallo stesso nessuna risposta. Vi informiamo che continueremo a monitorare la situazione, chiamando quotidianamente il Recup ed annotando ora della chiamata e codice dell’operatore e qualora il grave disservizio perdurasse, non esiteremo ad inoltrare formale denuncia presso la Procura della Repubblica per omissione di atti d’ufficio ed interruzione di pubblico servizio.

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