Legge 194 del 1978: “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. Un testo colpevolmente ignorato nella sua prima parte, la tutela sociale della maternità e la Regione Lazio corre ai ripari, proponendo un provvedimento che viene incontro alle future mamme in difficoltà. Ė stata approvata, l’11 agosto, una delibera da parte della giunta presieduta da Francesco Rocca – su proposta dell’assessore alle Pari opportunità e alle politiche giovanili e della Famiglia Simona Baldassarre – che prevede lo stanziamento, per l’anno in corso, di un milione di euro. Le risorse sono destinate alle donne partorienti, in condizioni di particolare vulnerabilità economica, che beneficeranno di un contributo, a partire da un minimo di 2.500 euro a un massimo di 5.000. Le future mamme dovranno essere residenti nel Lazio e avere un Isee non superiore ai 30mila euro l’anno, tenendo conto anche di altre condizioni: non essere sposate, avere altri figli minori o persone con disabilità a carico. Le beneficiarie saranno individuate tramite avviso pubblico predisposto e attuato dalla società partecipata della Regione LazioCrea. “Sono ancora troppe oggi le donne afflitte da vulnerabilità economica nel momento in cui si accorgono di essere in stato di gravidanza – ha commentato l’assessore Baldassarre – per questo le vogliamo sostenere, consapevoli di come sia sempre più complesso scegliere di diventare mamma. La maternità è un dono e le donne dovrebbero essere libere di poter decidere di portare avanti dignitosamente una gravidanza”. Per tale motivo la Regione Lazio si è posta è al loro fianco, nell’intento di creare le condizioni per dare un futuro alle mamme e ai nascituri. Un primo, significativo passo per rendere la tutela sociale della maternità non soltanto l’enunciato di una legge ma una azione concreta.

 

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