Regione Lazio: linee guida per la cura dei familiari

Attese da tempo, arrivano nel Lazio le linee guida per i “caregiver”, ovvero i familiari che si prendono cura dei disabili con cui convivono che possono, in via eccezionale, essere anche non familiari purché riconosciuti quali assistenti dai servizi sociali territoriali. Con la deliberazione di giunta numero 341 dell’8 giugno 2020 “Linee guida regionali per il riconoscimento del caregiver familiare, la valorizzazione sociale del ruolo e la promozione di interventi di sostegno” la Regione, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Alessandra Troncarelli, viene a sanare un settore determinante per l’assistenza di una parte importante della nostra società, privo finora di qualsiasi garanzia e sostegno. Invecchiamento della popolazione, patologie croniche e/o degenerative, impegno spesso totalizzante che assorbe per lo più le donne, che difficilmente riescono a conciliare tale onere con altre occupazioni o la cura della famiglia, hanno indotto il legislatore a emanare una serie di norme a cui tali indicazioni operative attingono: leggi statali come quelle sulla invalidità, l’integrazione sociosanitaria, la non autosufficienza, le norme di bilancio, di ripartizione dei fondi, insieme a numerose disposizioni regionali primo fra tutte il Piano sociale e infine la determina G02414 del 5 marzo 2020, che stabilisce il riparto dei fondi. Sulla base di tale impianto normativo, che costituisce lo schema di riferimento su cui le associazioni dei familiari-assistenti, i rappresentanti dei comuni e gli operatori dei distretti sanitari si sono confrontati, è stato messo a punto un articolato documento composto da dodici capitoli, in cui sono definite funzioni, condizioni e azioni dell’assistente familiare (caregiver), incluse le modalità di monitoraggio del lavoro svolto. Per le attività di sostegno ai familiari disabili o affetti da patologie croniche, tali da impedirne l’autosufficienza, sono stati stanziati 6milioni 230mila per il triennio 2018-2020; il 95% sarà distribuito ai distretti sociosanitari delle Asl che, sulla base di stringenti valutazioni, faranno affluire le risorse ai nuclei familiari dei beneficiari mentre il restante 5% sarà a disposizione della Regione Lazio, per programmi di formazione, comunicazione e informazione. E ora, la parola passa ai servizi territoriali, grandi protagonisti di questa mini rivoluzione in campo assistenziale.    

Commenti Facebook:

Commenti