Violenza ai sanitari: parte dalla Regione Lazio la campagna di sostegno ai professionisti aggrediti. Un grande cartellone, con sicuro effetto scenografico, dal 26 settembre campeggia all’ingresso della sede di via Cristoforo Colombo 212: frasi essenziali, grafica elegante, slogan lapidario. “Stop alla violenza contro gli operatori sanitari”, i caratteri cubitali sovrastano una immagine di violenza, con stetoscopio – simbolo iconico per antonomasia – e lo squarcio su un vetro, tal quale a ciò che sovente si vede in un pronto soccorso dopo l’assalto dei violenti. Una immagine a cui il presidente Francesco Rocca è molto legato, tanto da postarla sui social, accompagnata da una riflessione che mette al centro la figura dei lavoratori della sanità. Nel Lazio non c’è spazio per chi insulta o aggredisce operatori sanitari che, con grande spirito di sacrificio, spendono la propria vita al servizio degli altri – attacca Rocca – nel 2023 sono stati 1219 le lavoratrici e i lavoratori della nostra regione che hanno denunciato un’aggressione: il 65% di essi è donna e il 57% risulta essere personale infermieristico. La violenza contro il personale sanitario è insensata e inaccettabile. Diffondere la cultura del rispetto per il loro lavoro è un punto centrale della nostra azione di governo”. Un messaggio forte, una comunicazione che non sappiamo quanto possa incidere sulla psiche di coloro che si presentano in ospedale animati dai più ostili propositi ma che segna l’avvio di un progetto condiviso con le maggiori associazioni di professionisti, che entro breve si concretizzerà in una sistematica sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Rocca non è nuovo a tali iniziative: sotto la sua presidenza, la Croce Rossa italiana lanciò la campagna “Non sono un bersaglio”, per sensibilizzare l’opinione pubblica proprio sul tema della violenza contro ospedali, ambulanze, dipendenti e volontari della Cri, specie nelle aree teatro di conflitti armati. Un grido di allarme recepito dal Comitato internazionale dell’organizzazione, con l’obiettivo di salvaguardare l’assistenza sanitaria sviluppando adeguate misure protettive, nel rispetto della Convenzione di Ginevra.

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