Regione, nuove farmacie bloccate dai burocrati

Manifestazione alla Pisana dei 274 titolari vincitori di concorso che attendono da anni l’apertura

Nessuna schiarita per i farmacisti vincitori di concorso e assegnatari di esercizio, condannati dalla Regione Lazio a una forzata inattività. Da mesi sono in attesa del nulla osta definitivo per l’apertura di 274 farmacie, collocate nei quartieri periferici di Roma e in provincia, in regola con tutte le autorizzazioni del caso ma bloccate dalla burocrazia. Si dice a causa di ricorsi pendenti al Tar, promossi da sette titolari di esercizi nel pontino. La tesi è stata smontata dal pronunciamento del 26 aprile scorso, con cui il tribunale amministrativo del Lazio ha riconosciuto “l’interesse preminente della Regione ad attivare sedi farmaceutiche rispetto a interessi privati di alcuni ricorrenti”. In realtà la vicenda appare più complessa; verrebbe fuori, secondo le dichiarazioni di esponenti del comitato di lotta “un’azione di lobby esercitata da alcuni soggetti che, per legge, sarebbero incompatibili per l’assegnazione e mirano a far azzerare il concorso. Il tutto, in attesa che il Senato approvi un correttivo attraverso un subemendamento al disegno di legge sulla concorrenza, per poi riprendere i giochi daccapo”.

Una dichiarazione forte, basata sulla regolarità dei documenti in possesso dei titolari di farmacia che attendono da quattro anni. “L’apertura dei locali darebbe lavoro a 800 persone e creerebbe un indotto con il rilancio dell’economia regionale” dicono dal comitato, “per non parlare dello spreco di denaro per gli affitti che già paghiamo”. Il 18 luglio farmacisti e cittadini dei comitati di quartiere hanno protestato nella sede del Consiglio regionale, ricevendo rassicurazioni dal presidente della commissione Politiche sociali e salute Rodolfo Lena, per una soluzione della vertenza entro il 30 luglio. “A tutt’oggi, 25 luglio, non ci ha ancora convocato ma ci batteremo fino in fondo per difendere i nostri diritti”, dichiarano i giovani farmacisti.