Regioni e costi sanitari degli sbarchi
Trasferimento di competenze dal Viminale al ministero della Salute. Lungo iter per i rimborsi alle Asl
Assistenza ai migranti clandestini: una spesa in continua crescita che Regioni e Asl non ce la fanno a sostenere. Numerosi sono gli interventi assistenziali nei confronti dei disperati che sbarcano sulle nostre coste ma, se fino al 2016 la responsabilità era in capo al Viminale, si è passati ora al coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale. Asl e ospedali dovrebbero essere rimborsati dallo Stato tramite le prefetture ma il processo e lungo e di non facile risoluzione: gli stanziamenti sono sempre al di sotto del fabbisogno e il credito degli enti locali ad oggi sembra superi i 100 milioni di euro. Se per il 2017 l’investimento è stato di 89 milioni, è chiaro che la voce di bilancio relativa al “rimborso per le spese degli enti del servizio sanitario regionale per l’assistenza e le rette di spedalità agli stranieri bisognosi” è in sofferenza. In prima posizione, per situazione debitoria la Lombardia, seguita da Campania, Toscana, Puglia e Calabria, per non parlare della Sicilia, territorio di maggior attrazione per gli sbarchi, che nel 2016 vantava un residuo passivo di 6 milioni di euro nei confronti dello Stato.