Rinnovo patente: cambiano i test, Asl in panne

Patente sempre più europea: il diritto alla circolazione si coniuga strettamente con la tutela della salute pubblica. Esami e test si perfezionano e le nostre strutture si adeguano. O almeno dovrebbero.
Da più di un anno le modifiche apportate al decreto legislativo 285 del 1992 – Nuovo Codice della strada – con legge 120/2010 “Disposizioni in materia di sicurezza stradale”, prevedono aggiornamenti in tema di rinnovo del documento di guida, specie per gli ultra ottantenni.
Clamoroso il caso dell’astrofisica Margherita Hack, lucida novantenne e valente ciclista, che si è vista rifiutare la visita dal medico della Asl che ritiene debba essere reintrodotta la regola, cassata alcuni mesi fa, in base alla quale gli ultraottantenni dovevano essere valutati da un’apposita Commissione medica per ottenere l’idoneità alla guida.
In sintesi: i medici legali ritengono che non sempre europeo sia giusto e bello e invocano il ritorno alle precedenti norme che imponevano agli anziani il ricorso, ogni due anni, all’apposita Commissione speciale. I problemi però non finiscono qui. Per tutte le classi di età che rinnovano sono previsti esami ultra sofisticati: la visione crepuscolare, la sensibilità al contrasto e all’abbagliamento con valutazione del tempo di recupero e nuove regole per diabetici ed epilettici.
Roba da farci diventare, in breve tempo, un popolo di appiedati. Il tutto attraverso uno speciale apparecchio, denominato “multi vision”, che costa alcune migliaia di euro di cui molte Asl di Roma e del Lazio non riescono a dotarsi, causa le complesse procedure burocratiche necessarie per l’acquisizione, che ora si effettua soltanto attraverso gare di acquisto centralizzate.
Non è soltanto la mancanza dello speciale monitor a preoccupare i medici legali: in molti casi non è stata ancora adeguata la modulistica e le circolari ministeriali forniscono spesso disposizioni contrastanti con la normativa da seguire per legge. “Non possiamo far altro che inviare i nostri utenti al privato – ci confessano con preoccupazione alcuni medici di una Asl al centro di Roma – così non si aiuta certo il cittadino né il professionista, sempre più confuso”.

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