Ristoratori: contro il Green pass disobbedienza civile

Si avvicina il 31 marzo, che in Italia significa la fine dello stato di emergenza pandemica, durato oltre le previsioni di legge. E si riaffacciano le voci degli esperti sulla opportunità di mantenere o meno, tutte le restrizioni che hanno bloccato e tenuto ai margini milioni di cittadini che per libera scelta, hanno deciso di non farsi inoculare il prodotto che mitiga gli effetti più gravi del virus Sars-CoV2. Da più parti si invoca l’abolizione del passaporto verde, che oltre a limitare la fruizione di servizi a una fascia di popolazione, ha creato non pochi problemi al comparto del commercio e del turismo, con gravi perdite economiche, che in molti casi hanno indotto alla chiusura di molti esercizi. Per questo motivo, da alcuni giorni lanciano l’allarme gli aderenti al Movimento Imprese Ospitalità (Mio), minacciando vere e proprie manifestazioni di disobbedienza civile se il documento vaccinale non sarà eliminato. “Con la fine dello stato di emergenza – avverte il presidente di Mio Italia Paolo Bianchini – deve cessare immediatamente l’obbligo del Green pass. Gli aderenti al nostro movimento, comunque, non controlleranno più la carta verde e inviteranno tutti alla disobbedienza civile. Siamo in presenza di un governo di sordi e ciechi che su tale tema dovrà ascoltarci, altrimenti noi faremo altrettanto di fronte alle richieste dell’esecutivo”. Il presidente ribadisce l’opportunità di sospendere l’efficacia del green pass dal primo aprile, in caso contrario promette l’inosservanza dei controlli di quello che Andrea Crisanti – direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova e volto noto televisivo – definisce uno strumento che “ha indotto la gente a vaccinarsi ma che ormai ha esaurito la sua funzione, non avendo mai protetto contro la trasmissione del virus”.  (Nella foto: il locale di un gestore anti green pass)

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