Ospedali riuniti di Anzio-Nettuno: la chiusura del punto nascita mette d’accordo tutti. Da più di un mese la consigliera regionale Eleonora Mattia, ha sollevato il problema al presidente Francesco Rocca ma, come sostiene in una nota l’esponente del Pd “nessun segnale è arrivato da parte della Regione Lazio per il ripristino del servizio”. Il problema è molto sentito dai residenti, considerati i circa 120mila cittadini che fruiscono delle prestazioni dei nosocomi e vista la distanza dai centri dell’entroterra del Nuovo Ospedale dei Castelli, sulla via Nettunense (nella foto), in nome del quale sono stati depotenziati molti presidi del territorio. “Chiuso durante la pandemia, il punto nascita doveva essere riattivato da tempo – dichiarano i sindacalisti di Ugl Gianluca Giuliano, segretario nazionale Salute   e Valerio Franceschini, omologo provinciale. “Si doveva andare verso la naturale riapertura – precisano i sindacalisti – ma i genitori, desiderosi di far nascere i propri figli nell’ospedale di Anzio, hanno visto ancora una volta deluse le proprie speranze. Ė questo il nuovo corso della sanità regionale?” si domandano ancora i sindacalisti. Una preoccupazione che è quella di migliaia di cittadini, che hanno avviato una raccolta firme per il ripristino dell’importante servizio e attendono una risposta dagli uffici di via Cristoforo Colombo, a cui è stata avanzata una richiesta di incontro urgente “per discutere di questa palese criticità – tuonano ancora i sindacalisti – per cui si rischia di creare sui territori limitrofi, cittadini di serie A e cittadini di serie B”. Sulla contraddizione creata tra le “tanto sbandierate parole sulla denatalità e il calo demografico” si sofferma la consigliera Mattia, che insiste sulla necessità di difendere la sanità pubblica e ha chiesto un’audizione in commissione Sanità della Pisana.

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