Una comunicazione a tutto tondo, quella che il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha messo in campo nella conferenza stampa del 14 dicembre. Un bilancio di fine anno senza trionfalismi per i risultati raggiunti, “considerata la tragedia che ci ha investito”, ha commentato il presidente  riferendosi al terribile incendio che ha coinvolto l’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli. Di argomenti ne avrebbe: 1.200 nuove assunzioni di varie figure sanitarie, un investimento di 191 milioni per il personale, stanziamenti per l’adeguamento antisismico degli ospedali e per l’antincendio pari, rispettivamente a 335 e 375 milioni. Altri 125 per la riapertura del San Giacomo come ospedale di lungodegenza e progetti per cinque nuovi nosocomi, primo fra tutti l’ospedale Tiburtino, previsto dal 2015 la cui realizzazione, considerati gli ultimi eventi, ha subito un’accelerazione. “Entro l’estate dovrebbe andare a gara” ha assicurato Rocca, dopo il vaglio del Nucleo di valutazione del ministero della Salute e i relativi passaggi burocratici, processi che rallentano fortemente molte realizzazioni. Un’opera moderna, funzionale, all’avanguardia, con 392 posti letto di cui 12 di Terapia intensiva, 6 di Unità coronarica, 4 di Terapia intensiva neonatale. Incerti i tempi di realizzazione che secondo il presidente sono previsti in tre anni, mentre in molti pensano addirittura a un decennio di lavori. Inconvenienti permettendo. Sono molte le voci, specie quelle di comitati e associazioni locali, che paventano qualche difficoltà, considerata la natura del terreno in area termale e la vicinanza, più o meno un chilometro, con il biodigestore che dovrebbe sorgere nei pressi del “Not”, acronimo di Nuovo ospedale Tiburtino. Anche per il l’Ares 118, azienda di emergenza sanitaria in perenne sofferenza, ci sono novità: è stato bandito il concorso per 95 autisti e 102 infermieri professionali, che andranno a popolare le 7 nuove postazioni, supportate da 12 ambulanze che entro breve saranno acquisite. Una goccia nel mare per una sanità per cui “la strada è in salita – sostiene il presidente, nonostante la cospicua dotazione di risorse – il cui uso va ottimizzato”. Sulla riapertura dell’ospedale andato a fuoco c’è ancora incertezza: per fruirne completamente occorrerà attendere il dissequestro da parte della Procura, che sta svolgendo le indagini sulle cause del rogo nel massimo riserbo. A questa, la Regione Lazio ha affiancato una commissione interna per una inchiesta parallela. Per ovviare alla sofferenza provocata agli ospedali romani del quadrante Est, si è provveduto ad acquisire da strutture accreditate limitrofe 176 posti letto per sei mesi, in modo da alleggerire il blocco delle barelle che arrivano al policlinico Casilino, al Vannini, al Pertini, a Tor Vergata e all’Umberto I, strutture messe in questi giorni sotto doppia pressione, tra il recupero letti causa incendio e le malattie di stagione. L’auspicio, per il presidente Rocca, come per alcuni suoi predecessori, sarebbe veder funzionare la “filiera assistenziale del paziente, dall’accoglienza alla presa in carico, fino alla dimissione, che dovrebbe avvenire 7 giorni su 7, compresi i fine settimana per un lavoro a ciclo continuo”. Per questo, anche nel giorno della conferenza-fiume, ha incontrato i direttori generali di Asl e ospedali sede di pronto soccorso e dipartimenti di emergenza, per ricevere input e verificare le criticità che si registrano quotidianamente. Un colloquio costante, per riportare sul binario giusto una sanità lasciata per troppo tempo allo sbando.

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