Roma, il 118 cerca la sede e non la trova
La Regione Lazio non concede il Forlanini vuoto e inutilizzato, chiesto dall’Ares più volte
L’Ares 118, azienda regionale di emergenza sanitaria, cerca uffici e ne ha bisogno immediatamente. Pur avendo ripetutamente chiesto, a partire dal 2021 alla Regione Lazio, di potersi temporaneamente trasferire negli edifici abbandonati del vicino Forlanini, dal palazzo di via Cristoforo Colombo l’azienda non ha mai ricevuto risposta. Il motivo dell’improrogabile trasloco della centrale operativa del servizio di emergenza, che ha la sede nell’ex lavanderia dell’ospedale San Camillo, è legato alla necessità di adeguamento sismico dell’edificio per cui è stato approvato, con delibera di giunta regionale dello scorso settembre, il progetto esecutivo. E si attendono riscontri alla “manifestazione d’interesse ad acquisire proposte di immobili”, che l’Ares ha pubblicato sul proprio sito web. La storia va avanti da tempo, ed è riassunta nella delibera aziendale numero 275 del 2 ottobre scorso. La soluzione più immediata e oculata del Forlanini, con i soli oneri di ristrutturazione, facilmente reperibili con fondi Pnrr di cui il 118 beneficia, è stata scartata dall’amministrazione Rocca come nel 2019 fu messa da parte dalla giunta di Nicola Zingaretti, preferendo sistemare la centrale operativa del numero verde regionale 800.118.800 nello stabile della ex fabbrica Ericsson sull’Anagnina – all’epoca in condizioni di estremo degrado – alla ragguardevole cifra di 16 milioni per sei anni. Niente da fare anche per un’immobile di 4.700 metri quadrati all’Eur, tantomeno per due soluzioni proposte dall’Inail, così come è rimasta lettera morta l’ulteriore richiesta dell’Ares alla Regione, di utilizzare un’ala in non pessime condizioni del monumentale Forlanini. Un complesso che, per le necessità della pubblica amministrazione rimane un oscuro oggetto del desiderio ma non per altri possibili acquirenti, tra cui il Bambino Gesù, ospedale pediatrico della Santa Sede che l’8 febbraio scorso ha siglato una “Dichiarazione di intenti” con la presidenza del Consiglio, in cui si individua l’ex sanatorio come sede idonea per trasferire l’ospedale dei bambini. Una proposta a cui fa da contraltare un progetto elaborato da un coordinamento di professionisti e cittadini, tra cui Riccardo Fatarella, docente di Economia sanitaria, Massimo Martelli, già primario di Chirurgia toracica del Forlanini, Enrico Cerioni architetto e Mariangela Pierro docente. Al centro il recupero dello storico ospedale e del grande parco, con la “rifunzionalizzazione” della struttura al servizio degli attigui San Camillo e Spallanzani, l’attivazione di servizi sanitari territoriali e di lungodegenza e, soprattutto, l’internazionalizzazione del complesso, con l’apertura all’alta formazione scientifica per studenti provenienti dai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Plaude all’iniziativa Oreste Rutigliano, presidente di Italia Nostra Roma, associazione che si batte per la tutela del Museo anatomico, della biblioteca medico-scientifica e del grande parco con maestose e pregiate alberature. Presentato dai proponenti nel corso di una trasmissione il 25 ottobre scorso, sulla emittente “Radio Roma”, l’ambizioso piano sta raccogliendo numerosi consensi. Prossima tappa, l’illustrazione del progetto ai rappresentanti delle istituzioni affinché si arrivi a un confronto nel segno della trasparenza, elemento che in tutti questi anni di battaglie in difesa dell’ospedale, secondo i cittadini, è venuto meno.