Molte persone, tra romani e turisti, la sera del 18 maggio passando in piazza Barberini si saranno sorprese nel vedere la Fontana del Tritone colorata in rosso magenta. Come accade sovente, nelle innumerevoli giornate dedicate a nobili cause per cui si impiegano potenti fari su facciate e monumenti, l’attrattiva illuminazione era rivolta a sollevare l’attenzione su una insidiosa patologia, non troppo conosciuta ma altamente invalidante: l’esofagite eosinofila, malattia infiammatoria cronica che colpisce principalmente l’esofago, inficiando pesantemente la qualità di vita dei pazienti, che spesso non riescono ad alimentarsi correttamente o con continuità. Il tema, affrontato il 22 maggio nel convegno promosso all’hotel Nazionale di Roma, dal prolisso titolo “La sfida di costruire un partenariato vincente tra associazioni di pazienti, comunità scientifiche e istituzioni per il bene di tutti”, è proposto al grande pubblico con svariate iniziative in luoghi simbolo dell’Italia e si avvale della competenza dell’associazione di promozione sociale Eseo Italia, presente con analoghe iniziative anche a Padova, Genova, Napoli e Palermo. Nata nel 2017, Eseo persegue finalità di informazione, sensibilizzazione, assistenza sociale e sociosanitaria, ricerca e promozione scientifica in relazione all’Esofagite Eosinofila e alle patologie gastrointestinali di analoga natura. Non è un caso se il convegno si tiene il 22 maggio, Giornata europea dedicata all’ Esofagite Eosinofila, malattia di che spesso non viene diagnosticata tempestivamente, di cui si stima che in Italia siano colpite tra le 25 e le 60mila persone, di età media tra i 30 e i 50 anni con lieve prevalenza del sesso maschile.    Numerosi i centri diagnostici che in tutta la penisola hanno affisso locandine e hanno offerto consulenze e consulti gratuiti, a cui si affianca uguale impegno delle comunità di pazienti presenti in Spagna, Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Australia e Stati Uniti. “Obiettivo principale la promozione di una corretta educazione sanitaria attraverso attività e progetti mirati a evitare il ritardo diagnostico – spiega Roberta Giodice presidente Eseo – meta agognata è orientare i pazienti nei percorsi di cura, fare ‘rete’ con interlocutori nazionali e internazionali, per azioni a sostegno di un miglioramento delle delle cure, la salvaguardia dei diritti e la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie”. Soprattutto, si spera che la comunità scientifica possa migliorare la ricerca, per una malattia le cui cause sono ancora incerte, nonostante i test allergologici e le diete dedicate. (Agr)

 

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