Rsa, Cgil: ok regionale ai privati e il pubblico attende

Sono convocati il prossimo 4 novembre gli ‘Attivi unitari’ della Cgil, per rivendicare i necessari investimenti per il rilancio del servizio sanitario e per l’attivazione delle Rsa pubbliche, residenze sanitarie assistenziali il cui potenziamento era stato sottoscritto in un accordo siglato il 30 settembre 2020 tra la Regione Lazio e le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil. Nel protocollo d’intesa si prevede la creazione di 1000 posti pubblici per anziani fragili, disabili, non autosufficienti. Una tappa importante, sollecitata da tempo da parte dei sindacati, che oltre all’apertura di nuove Rsa e all’impiego di nuovi investimenti, dovrebbe consentire maggiori controlli sugli accreditamenti, tariffe calmierate, una migliore assistenza domiciliare. A tutt’oggi di quell’accordo sembra si siano perse le tracce, tanto che il 5 ottobre 2021 la giunta di Nicola Zingaretti ha approvato la delibera 624, con cui si autorizza l’accreditamento di posti letto in regime semiresidenziale e residenziale per nuove Rsa private. “Un documento schizofrenico” secondo la Cgil sarebbe l’atto regionale, in quanto nella stessa delibera si ribadisce la priorità delle aperture di posti pubblici, che dovevano essere disponibili dal 2020 ma che ancora segnano il passo, senza che nel testo siano specificati i tempi dell’avvio delle residenze pubbliche. Il sindacato non ci sta e mobilita i suoi organismi, chiedendo “l’attuazione degli accordi sottoscritti”.  

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