Continua la mobilitazione dei lavoratori delle Rsa, da tempo in lotta per sollecitare la firma del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro, che vorrebbero improntato all’equità, a maggiori tutele, ai riconoscimenti dovuti del ruolo svolto e contro la riduzione del costo del lavoro, con il ricorso a forme contrattuali sempre più economiche e permissive (dumping contrattuale). Dopo i presidi del 13 e del 18 settembre, sotto la sede di Confindustria e dell’Aiop – l’associazione della ospedalità privata – a Roma la mattina del 27 settembre i lavoratori, guidati dai sindacati, si sono radunati sotto la Regione Lazio, in piazza Odorico da Pordenone, scandendo lo slogan “Stesso lavoro, stessi diritti, stesso salario”, a sottolineare le differenze tra le loro retribuzioni, le tutele sindacali e le condizioni di lavoro rispetto ai colleghi della sanità pubblica. Anche in altre città d’Italia ci sono state mobilitazioni. “Dimostreremo ai nostri interlocutori che la nostra battaglia, iniziata diverso tempo fa, è indispensabile per rivendicare il pieno riconoscimento di una concreta e reale dignità professionale attraverso un contratto che garantisca salario, diritti, tutele e qualità del lavoro”, hanno scritto in una nota Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio. Si tratta infatti, di personale altamente qualificato che lavora in strutture private svolgendo un servizio pubblico ma senza alcun riconoscimento degno di questo nome, come hanno sottolineato i sindacati. “A queste stesse persone oggi si continua a negare il sacrosanto diritto a un contratto che guardi ai lavoratori e alla qualità dei servizi”, conclude la nota. Sul tema ha preso posizione la consigliera regionale Eleonora Mattia  con una interrogazione – siglata dai colleghi Pd Salvatore La Penna, Rodolfo Lena e Massimiliano Valeriani – in cui chiede al presidente della Regione Francesco Rocca e all’assessore competente “quali azioni di sensibilizzazione, pressione e mediazione intendano porre in essere per agevolare la sottoscrizione di un nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i lavoratori delle Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa)”. L’atto ispettivo, si basa sulla mancanza di un accordo di lavoro da ben undici anni, “un contratto che risulterebbe siglato tra l’Aiop, associazione ospedalità privata  e sigle sindacali non rappresentative”, con riflessi negativi sull’equo trattamento economico e normativo per i lavoratori. Fermo restando, il ruolo di controllo e vigilanza che l’ente deve esercitare nei confronti delle Rsa, in cui interviene insieme ai comuni per sostenere gli oneri di spesa sociale in favore degli ospiti di tali strutture.

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