Rsa nel Lazio: 1000 posti in più dimenticati
Una delibera regionale del 2022 prevede l’uso di strutture dismesse, tra cui il Forlanini
C’è voluta l’interrogazione a risposta immediata numero 0001811 del 25 gennaio, rivolta al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca da parte dei consiglieri di Italia Viva Marietta Tidei e Luciano Nobili, per rammentare all’amministrazione che, nel lontano 30 settembre 2020, tra l’ente locale a guida Nicola Zingaretti e i sindacati Cgil, Cisl, Uil, fu siglato un accordo che prevede l’apertura di nuove Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) pubbliche con posti residenziali e semiresidenziali per persone non autosufficienti. A supporto di tale atto, c’è una delibera di giunta, la 532 del 2022 che aveva addirittura individuato le sedi da destinare a quella che nel Lazio, e un po’ in tutta Italia, è una vera emergenza: la necessità di accoglienza per persone fragili, bisognose di presa in carico da parte di strutture che non siano private. Edifici ex Ipab (istituti di assistenza e beneficenza oggi Aziende per servizi alla persona, Asp) o strutture pubbliche dismesse, dovrebbero ospitare 20 Rsa per 1.000 posti letto e proprio l’immenso complesso del Forlanini doveva riservare 80 posti residenziali di cui 20 destinati a persone affette da demenze, Alzheimer e similari. Nella tabella di marcia prevista dall’accordo Regione-sindacati, erano scandite tutte le tappe per vedere realizzato un progetto, che avrebbe riequilibrato l’offerta nelle residenze assistenziali, per cui attualmente il privato fa la parte del leone. Nulla di quanto previsto. La precedente amministrazione, a quanto pare, non ha portato avanti l’impegno sottoscritto e oggi, secondo notizie più o meno ufficiali, sembrerebbe che gli 80 posti disponibili al Forlanini sfumino, per lasciare spazio a una più complessa operazione – di cui ci siamo occupati di frequente – che vedrebbe l’ex storico sanatorio di Monteverde destinato al trasferimento del Bambino Gesù dall’attuale sede del Gianicolo, con trasformazione dell’area in sede extraterritoriale. Una ipotesi tutta da verificare e che non lascia tranquilli i cittadini, che da tempo chiedono per il grande complesso una destinazione a servizi sociosanitari pubblici. Per questo gli esponenti di Italia Viva, che in Consiglio regionale siedono nei banchi dell’opposizione, incalzano Rocca per comprendere quali siano “i reali intendimenti dell’amministrazione regionale in merito al complesso dell’ex ospedale Forlanini”, considerati i contorni sconosciuti della vicenda. Soprattutto, nel testo dell’interrogazione, si fa rilevare che anche il vicino ospedale San Camillo, costretto a operare in spazi compressi, potrebbe giovarsi di alcuni locali del Forlanini chiuso da un decreto firmato Nicola Zingaretti il 30 giugno del 2015 e da allora rimasto inutilizzato e abbandonato al degrado.