Rsa pubbliche, è scontro tra sindacati e Regione Lazio
Residenze sanitarie assistenziali: si è rotto il patto tra confederali e Regione Lazio. In una infuocata lettera del 18 marzo, diretta alla giunta Zingaretti, Cgil Cisl e Uil regionali hanno chiesto con forza “l’apertura delle Rsa pubbliche contrattate”. La contrattazione si riferisce al protocollo d’intesa siglato il 30 settembre 2020 tra le tre organizzazioni sindacali del comparto pensionati, la Funzione pubblica e la Regione Lazio. Nell’intesa si stabilì l’attivazione di 1000 posti pubblici in più per anziani fragili, disabili, non autosufficienti, grazie a nuovi investimenti, con l’intento di consentire maggiori controlli sugli accreditamenti, tariffe calmierate, una migliore assistenza domiciliare. Un pacchetto sostanzioso, sollecitato dall’emergenza Covid, sottoscritto congiuntamente da due assessorati: Salute e Politiche sociali, dando forza a quella integrazione tra i due settori prevista dalla legge 328 del 2000. Nella nota i sindacati sollecitano il “passaggio da un sostanziale oligopolio privato a una dialettica di mercato pubblico/privato con un riequilibrio dell’attuale situazione in un ambito strategico rilevante quale quello delle Rsa per gli anziani”. Un primo sollecito, in cui si denunciavano i ritardi nell’applicazione dell’accordo è partito il 23 febbraio ma da allora nessun cenno dall’amministrazione guidata da Nicola Zingaretti, se non un vago elenco consegnato il 2 marzo, con i possibili siti in cui allocare le residenze, considerato dagli estensori della nota “un limitato e parziale contributo al mantenimento dell’impegno dell’apertura dei 1000 posti di Rsa pubbliche”. Mancherebbe, a giudizio dei confederali, “la descrizione esaustiva sui criteri di scelta e sulla reale fattibilità degli interventi e un cronoprogramma di aperture delle strutture individuate, insieme alle assunzioni di personale, comprensivo delle risorse stanziate, che dia certezza sulla realizzabilità dell’accordo sottoscritto”. Le critiche mosse derivano dal fatto che, al contrario della Regione Lazio, il sindacato fornì a suo tempo precise indicazioni sulla allocazione delle 20 Rsa previste, con la richiesta di un confronto che, sostengono i sindacalisti “a tutt’oggi non si è potuto sviluppare”. Un segnale preciso, secondo Cgil Cisl Uil, legato al rilancio del servizio sanitario regionale che “come indicato dagli investimenti del Pnrr, deve passare dal rafforzamento e la riqualificazione dei servizi e delle strutture territoriali pubbliche, favorendo l’integrazione dei servizi sociosanitari”. Per questo Cgil Cisl Uil tornano a chiedere l’immediata attivazione di un tavolo permanente di confronto, uno dei punti essenziali previsti nel protocollo d’intesa siglato da diciotto mesi.