Salute delle ossa, benessere per la vita

Le condizioni delle ossa sono estremamente importanti per una crescita armonica e per la salute generale, sia dei bambini che degli adulti. Una buona funzione dello scheletro influenza positivamente tutti gli altri organi del corpo umano per questo, da tempo, è in corso uno studio dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con l’Università dell’Aquila al fine di individuare nuovi meccanismi per comprendere il funzionamento delle ossa e prevenire l’insorgenza di patologie invalidanti. “Condurre una vita normale fin dall’infanzia è fondamentale” spiegano gli esperti “per questo ci siamo interessati ad alcuni fattori importanti per le cellule ossee, che fanno sì che queste lavorino in maniera coordinata permettendo una normale funzione del tessuto, constatando altresì come, in alcuni casi, gli stessi fattori siano alterati in una serie di patologie che vedono coinvolto lo scheletro”.

Lo studio, coordinato da Anna Maria Teti, ricercatrice dell’Ateneo abruzzese e condotto insieme a Fabrizio De Benedetti, responsabile della Reumatologia del Bambino Gesù, è stato pubblicato dalla rivista scientifica Nature Comunications e riguarda, in particolare, il ruolo svolto nelle malattie infiammatorie dei bambini dalla molecola nota come IL-6, combinata ad altre, le cui sigle sono c-Src, e IGFBP5. “In condizioni normali – spiega Barbara Peruzzi che ha ideato lo studio e condotto gli esperimenti – le nostre ossa sono sottoposte a due eventi contrapposti: la distruzione del tessuto vecchio, mediata da cellule chiamate osteoclasti e la formazione di nuovo tessuto, causata invece dagli osteoblasti. Nelle persone sane fra questi due eventi c’è un equilibrio perfetto, mentre le nostre ricerche hanno evidenziato che in presenza di elevati livelli di IL-6, tramite le alterazioni di c-Src e di IGFBP5, le ossa di animali da esperimento vanno incontro ad osteoporosi”.

Secondo i ricercatori, tale meccanismo sembra avere un ruolo cruciale anche in cellule diverse da quelle ossee, come cellule tumorali e cellule coinvolte nei processi d’infiammazione. “A tal proposito – continua Peruzzi – nel nostro lavoro dimostriamo come l’inibizione di c-Src riduca notevolmente la formazione di metastasi ossee e l’induzione di processi infiammatori, lasciandoci sperare che il nostro studio possa fornire benefici tangibili per le malattie oncologiche, quelle su base infiammatoria e che le stesse molecole possano essere determinanti anche nell’insorgenza di un tumore pediatrico molto aggressivo, l’osteosarcoma”.

Lo studio ha ottenuto numerosi riconoscimenti in campo nazionale – tra cui un finanziamento triennale dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro – e internazionale, con inviti a congressi in tutto il mondo, borse di studio e finanziamenti dell’Unione Europea.

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