Salute e migranti, test allo sbarco
A Catania parte “Diagnosi allo sbarco” per contrastare Tbc e altre infezioni all’arrivo in porto
Migranti, la Sicilia presenta un modello di assistenza sanitaria da esportare in tutta Italia. Si chiama “Diagnosi in banchina” il progetto pilota messo in atto grazie a due anni di ricerche e monitoraggi promossi dall’azienda ospedaliera Garibaldi di Catania, frutto della collaborazione tra specialisti e istituzioni. “Il fenomeno crescente degli eventi migratori – spiega Giorgio Santonocito, direttore generale del Garibaldi – ha comportato inevitabili conseguenze sul piano sanitario. In tali casi, la tempistica della diagnosi delle malattie infettive assume una rilevanza fondamentale”. Campanello d’allarme l’aumento dei casi di Tbc tra i migranti, rilevato da uno studio condotto sotto la guida del ministero della Salute. “Con tale intervento siamo in grado di formulare una diagnosi in poco più di due ore, direttamente allo sbarco” chiarisce Claudio Pulvirenti, responsabile delle emergenze sanitarie del dicastero. Fondamentale infatti è bloccare il possibile contagio di una patologia scomparsa in Italia ma endemica in alcune aree dell’Africa. Il progetto, che ha ricevuto il plauso dell’Oms, prevede l’immediata presa in carico dei nuovi arrivati, con diagnosi, test e cure immediate in caso di bisogno, direttamente nel porto di approdo. “Senza creare allarmismi – hanno chiarito gli esperti dell’Oms – dare la giusta dimensione agli eventi patologici serve a far crescere i nostri sistemi assistenziali”.