Ė partito tutto nel 2000, con la 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”, la poderosa riforma approvata per dotare i territori dei servizi essenziali per soggetti fragili, cronici, minori in difficoltà. Le Regioni hanno fatto il resto con norme di riferimento e oggi nel Lazio, il Sant’Andrea insieme alle Asl Roma 1, Roma 4 e Roma 5 – afferenti per territorio e confini – propone il modello di integrazione “a rete” ospedale-territorio, in applicazione del decreto del ministero della Salute, numero 77 del 2022, che definisce modelli e standard per l’assistenza territoriale. Una pianificazione sostenuta dalle risorse del Pnrr, che ridisegna la sanità sul territorio “duramente compromessa nel corso di questi ultimi anni” ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, nel corso dell’evento di presentazione del progetto il 18 giugno, un protocollo d’intesa siglato nel luglio 2023, che rimodella l’organizzazione assistenziale traslando gli interventi dalla mera prestazione al più complesso “percorso di cura”. Al vertice della nuova organizzazione le Cot – centrali operative territoriali – che attraverso la valutazione infermieristica individuano i casi da seguire, proponendo interventi mirati. I soggetti sono pazienti complessi, dimessi dall’ospedale in condizioni di fragilità sociosanitaria. L’accoglienza e la presa in carico sono riservate alle strutture territoriali, case e ospedali di comunità in fase di realizzazione, per un percorso post-acuzie personalizzato. I risultati in termini di efficacia per gli assistiti e di efficienza per l’organizzazione sono evidenti: riduzione delle degenze alla mera fase acuta, abbattimento del sovraffollamento, diminuzione dei ricoveri non indispensabili. All’opera ci sono trenta professionisti e il primo risultato, oltre alla riduzione di accessi in pronto soccorso è il calo di mortalità tra i degenti a trenta giorni dalle dimissioni. “Una società sempre più anziana ha bisogno di una programmazione adeguata, fino al nostro arrivo totalmente assente”, ha rimarcato il presidente Rocca mentre, da parte dei vertici Asl e dell’Azienda ospedaliero-universitaria si punta su una assistenza diversa, cambiata in seguito al mutamento della società, in cui emergono sempre più situazioni di cronicità e fragilità sociosanitaria, evidenziate dalle analisi del dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, la cui direttrice Marina Davoli ritiene che, “sulla base della valutazione di impatto e di miglioramento degli esiti, nei pazienti con maggiore fragilità, il nuovo modello di integrazione ospedale-territorio potrà rappresentare una best-practice da generalizzare a livello regionale e nazionale”. (Agr)

Commenti Facebook:

Commenti