La Pandemia da Covid-19 ha rappresentato un grosso spartiacque per il nostro Sistema sanitario nazionale, facendo emergere delle esigenze che, seppur già presenti sin dagli anni passati, si sono presentate con maggiore urgenza. Tra le prime e più impellenti necessità quelle di strutturare un’assistenza territoriale più efficace ed efficiente. Non più “ospedalocentrica”, ma in grado di offrire servizi prossimi al cittadino in una visione multidisciplinare. È questo l’obiettivo a cui puntano le nascenti case della Comunità, strutture sanitarie in cui un paziente può trovare, in uno stesso luogo, più risposte ai suoi bisogni di salute, grazie alla presenza di diversi specialisti, tra medici e professionisti sanitari. Tuttavia, l’esigenza di avere dei servizi di assistenza e cura capillari sul territorio per la professione Ostetrica è tutt’altro che recente. Basti pensare alla nascita dei Consultori, istituiti con una legge ad hoc – la numero 405 del 29 luglio 1975 – da oltre 40 anni. I Consultori sono stati istituiti per assicurare a tutte le donne, ma anche ai giovani e a interi nuclei familiari, un’assistenza equa. E sempre qui è stata sperimentata la collaborazione multiprofessionale. Tornando ai giorni nostri, oltre ad assicurare la loro presenza nei Consultori, le Ostriche/i sono presenti nelle Case della Salute, ma anche direttamente a casa delle pazienti sia attraverso “l’home visiting”, che con l’utilizzo della telemedicina. In questi contesti è chiara la collaborazione delle Ostetriche/i con i ginecologi – con i quali si contribuisce all’assistenza delle donne dall’età fertile alla menopausa – e con  i neonatologi, dal parto a primi mesi di vita del bambino. Ma non è tutto. Pur essendo l’Ostetrica associata principalmente al periodo della gravidanza e del parto, ha un ruolo fondamentale nel periodo pre-concezionale, fornendo un adeguato “counseling” alle coppie che desiderano mettere al mondo un figlio. In questo ambito si collabora anche con genetisti e, nel caso di infertilità, con tutti i componenti dell’equipe dedita alla Procreazione Medicalmente Assistita (Pma).  È stretta la collaborazione anche tra Ostetriche/i e assistenti sociali, con cui, di recente, stiamo cercando di sottoscrivere un protocollo d’intesa. Per iniziare a lavorare sulle fragilità dei giovani e delle nuove giovani coppie, senza distinzione di genere. La collaborazione tra medici, in particolare ginecologi, neonatologi, pediatri, medici di medicina generale, e professionisti sanitari è costante e sempre più evidente, non solo nella pratica quotidiana, ma negli impegni che ci vedono coinvolti, come Federazioni (enti sussidiari della Stato) accanto alle Istituzioni. Tra gli esempi c’è il tavolo istituito presso il ministero della Salute per il monitoraggio e la prevenzione degli atti di violenza ai danni dei sanitari. Così come, la Fnopo, accanto ad altre Federazioni, siede a tavoli governativi di grande rilevanza, quello sulle malattie rare, sull’allattamento, sulla violenza ai professionisti Oneps (Osservatorio sicurezza esercenti professioni sanitarie, ndr). Tuttavia, il lavoro sinergico delle professioni dovrebbe essere una prassi consolidata: la salute del cittadino potrebbe essere paragonata ad un puzzle a cui tutti i professionisti sanitari contribuiscono aggiungendo un tassello dopo l’altro. Affinché questa opera possa essere correttamente realizzata è necessaria una revisione dei profili professionali che permetta di adeguare le professioni sanitarie, prima nell’ambito della formazione universitaria e poi in quello della formazione continua ai bisogni di salute recentemente emersi ed emergenti. Non meno importante una diffusione capillare del Fascicolo Sanitario Elettronico, affinché tutti i dati siano ovunque fruibili, proprio nell’ottica dell’incentivazione di una presa in carico multidisciplinare. Affinché tale collaborazione multiprofessionale possa rispondere alle esigenze reali dei cittadini, si sta completando un altro importante tassello: l’interazione diretta e continua con le associazioni di pazienti e cittadini. Una nuova pagina che, oltre a rafforzare ulteriormente la collaborazione tra i professionisti della salute, potrà dare voce ai pazienti ed ai loro “caregiver”, spesso poco ascoltati, nonostante siano proprio loro i beneficiari diretti di tutto ciò che un sistema sanitario nazionale offre. (Nella foto: consultorio Casilino)

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