Salute ed economia, come “efficientare” l’assistenza
Analisi di economisti di Tor Vergata sulle cure per i malati di Broncopneumopatia
La salute vista con l’occhio dell’economista. Ė questo il tema dominante dell’analisi condotta dall’Economic Evaluation and Hta (gruppo di ricerca di economia e gestione della salute, afferente alla facoltà di Economia dell’Università Tor Vergata di Roma), i cui risultati sono stati illustrati in un seminario interattivo online, promosso dal Centro di studi economici e internazionali (Ceis) dello stesso ateneo, nel cui ambito opera lo stesso gruppo. Al centro della indagine, l’assistenza ai malati di Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) una patologia fortemente invalidante, per cui il Servizio sanitario nazionale impiega 560milioni l’anno, garantendo assistenza a 120mila pazienti. Secondo i ricercatori, “Serve una gestione integrata per un’assistenza efficace” e a tale esortazione dovrà certamente corrispondere una più razionale organizzazione dell’assistenza e una gestione oculata delle prestazioni. Per questo il webinar ha coinvolto, tra i partecipanti, clinici, associazioni di pazienti ed esponenti delle istituzioni, tra cui la senatrice Elena Murelli della commissione Affari sociali e sanità di Palazzo Madama e Francesco Maria Salvatore Ciancitto, Gian Antonio Girelli e Maddalena Morgante, della omonima commissione della Camera. Un confronto che ha messo di fronte varie istanze, per fare il punto sulla gestione integrata di questa patologia complessa. La Bpco è una malattia respiratoria cronica caratterizzata da un’ostruzione persistente delle vie aeree, che compromette la respirazione e la qualità della vita dei pazienti. A livello globale, la malattia rappresenta la terza causa di morte, con circa tre milioni di decessi l’anno. In Italia la Bpco colpisce circa il 5,6% della popolazione adulta, pari a circa 3,5 milioni di persone ed è responsabile del 55% dei decessi per malattie respiratorie. “In base ai risultati delle nostre analisi, nel quadriennio 2016-2019, quasi 120mila pazienti hanno sperimentato un ricovero per Bpco ogni anno”, spiega Matteo Scortichini ricercatore del Ceis, che ha curato l’analisi dell’Economic Evaluation. I dati che ha presentato dicono che nei pazienti con una nuova diagnosi di Bpco, la mortalità a 30 giorni è pari all’11,3%, mentre a un anno raggiunge il 27,4%. Inoltre, circa il 50% dei casi incidenti sperimenta almeno una riacutizzazione entro un anno dalla diagnosi, con un consumo di risorse che cresce significativamente, fino al +198% in soggetti con almeno 3 o più riacutizzazioni durante il follow-up (controlli successivi alla prima visita, ndr), indice del fatto che molti pazienti presentano una forma della patologia non adeguatamente controllata”. Uno scenario che per gli economisti, evidenzia “la necessità di interventi mirati per migliorare la gestione della Bpco, ottimizzare l’aderenza terapeutica e ridurre l’impatto economico e clinico di questa patologia”. Per quanto attiene al punto di vista dei pazienti, le criticità maggiori si riscontrano nella diagnosi tardiva, che spesso attenua l’efficacia delle cure. “Riceviamo moltissime segnalazioni da parte di pazienti che hanno difficoltà ad accedere ai servizi e a ricevere una reale presa in carico multidisciplinare”, denuncia Mario Picozza presidente di “Federasma e allergie”, trentennale organizzazione di volontariato impegnata per la tutela di persone affette da patologie respiratorie. Alla base di tutto la scarsa informazione e sensibilizzazione, nonostante l’incidenza della patologia sia in aumento.