Una manifestazione che mette d’accordo tutti, quella in difesa dell’Istituto Santa Lucia, struttura privata accreditata dalla Regione Lazio. Sono in tanti all’appuntamento romano del 4 settembre, in piazza Caduti della Montagnola e, in questo caso, non vogliono cadere sotto la scure del debito sanitario, come avvenne con i primi martiri della Resistenza italiana abbattuti in questo quadrante dal fuoco tedesco. I tre segretari dei sindacati regionali Cgil, Cisl, Uil Natale Di Cola, Enrico Coppetelli, Alberto Civica con seguito di iscritti, i lavoratori dell’Istituto e perfino i malati in carrozzina, il coordinamento “Forlanini Bene comune” – altra eccellente struttura sacrificata ai tagli della sanità –  poi Medicina democratica e ancora, i comitati di quartiere Colombo-Montagnola, fortemente motivati a mantenere in vita una realtà sanitaria, in un territorio sostanzialmente privo di presidi pubblici, che risponde a numerose esigenze di salute della collettività. Poi i rappresentanti politici di destra e sinistra: il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il presidente dell’VIII municipio Amedeo Ciaccheri e il consigliere di Fratelli d’Italia dell’XI Valerio Garipoli, l’assessore alle Politiche del personale e decentramento di Roma Capitale Andrea Catarci, i rappresentanti di Avs, Alleanza verdi e sinistra e il vicepresidente della commissione Affari sociali e sanità della Camera Luciano Ciocchetti (Fdi), insieme alla collega di partito e consigliera capitolina Francesca Barbato. Questi ultimi, in un comunicato hanno sottolineato “l’importante ruolo che da decenni il Santa Lucia svolge a sostegno  del territorio cittadino, non solo nella ricerca ma con le prestazioni ambulatoriali”, consapevoli che si debba con ogni mezzo “salvaguardare il futuro di una struttura d’eccellenza nel campo della riabilitazione neuromotoria”. “Una battaglia né di destra né di sinistra”, ha sottolineato Luciano Ciocchetti. E infatti non sono mancate presenze che hanno colto di sorpresa molti partecipanti, specie i militanti di sinistra, come quella dell’ex assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, grande protagonista del contenzioso con la Fondazione Santa Lucia, che nel decennio di amministrazione Zingaretti ha visto i momenti più aspri della vertenza, con frequente ricorso alle vie giudiziarie, drammatica riduzione di posti letto e delle prestazioni riabilitative. Numerosi sono i tentativi e le proposte per salvare oltre 800 posti di lavoro e peculiari cure ai pazienti: dall’amministrazione straordinaria con partner “no profit”, avanzata da Regione e sindacati, alla raccolta di 25mila firme tra i cittadini, passando per il tavolo di confronto attivato al ministero delle Imprese, che domani vedrà una nuova puntata di questa storia infinita che va avanti ormai da troppo tempo, a cui nessuno ha mai dato soluzione, riportando una volta per tutte, i rapporti tra pubblico e privato accreditato nel corretto alveo. Un traguardo obbligato, specie ora che ci sono all’orizzonte undici progetti di ricerca del Santa Lucia finanziati con risorse del Pnrr, con cospicui fondi pronti a piovere sull’Istituto e  su chi ne raccoglierà le redini. (Nella foto: il presidente Rocca alla fiaccolata)

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